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Gomez: “Giochiamo in modo atipico per il calcio italiano. Inter e Atletico mi cercarono, poi andai in Ucraina. Percassi grande uomo”

19.02.2020 | 17:24

Alejandro Gomez, fantasista e trascinatore dell’Atalanta, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di El Pais toccando vari argomenti: “Abbiamo un gioco atipico per il campionato italiano, specialmente se parliamo di una squadra provinciale come noi. Ma sono anni che ci porta ottimi risultati. L’Europa League dopo 30 anni, la finale di Coppa Italia, la prima qualificazione in Champions. Ora siamo sempre in lotta con le grandi. Gasperini vuole persino che i difensori rischino un passaggio filtrante, passando le linee. E in attacco ci dà la massima libertà, quindi so che devo rischiare. La mia arma è il dribbling, solo così possiamo spezzare le linee in un campionato tanto difensivo e tattico come la Serie A. Rischiamo i contropiedi avversari, ma questo sistema ci porta più vantaggi che problemi. Per questo segniamo così tanti gol. Siamo bravi nel coinvolgere tutta la squadra. La cessione dopo Catania? Avevo passato tre anni bellissimi a Catania, mi ero fatto conoscere in Italia ed ero ancora giovane. Nel 2013 mi volevano sia Inter che Atletico Madrid, ma entrambe non stavano così bene economicamente come oggi e non potevano soddisfare le richieste del Catania. Oggi va di moda non presentarsi in ritiro, litigare con il presidente o con il club per farsi vendere. Ma io non l’ho mai fatto, perciò anche a Catania evitai. Eravamo andati vicini all’Europa League facendo la storia del club, e sentivo che il mio ciclo era finito. Allora accettai l’offerta del Metalist, dove c’erano tanti argentini, si giocava la Champions e dove avrei guadagnato tre volte di più. In Ucraina però ho avuto un anno terrificante, mi è servito solo economicamente. A dicembre è iniziata la guerra e a settembre sono andato via, ma all’Atalanta ho dovuto ricominciare da capo. Non era lo stesso club che è oggi. Ora sono orgoglioso di dire ‘non ho giocato in una big, ma ho potuto costruire una grande squadra insieme ad altre persone’. Giocare la Champions qui vale di più rispetto a giocarla in una grande. Il Valencia in Champions League? Loro volevano noi e noi volevamo loro, sarà un 50 e 50. Ci hanno sottovalutati, ma sarà difficile sorprenderli. Certo, meglio il Valencia piuttosto che Liverpool o PSG. La società? Il presidente ha senso di appartenenza, è di Bergamo. Lui e la sua famiglia sono ricchi ma umili, adorano tutti i giocatori e sono sempre presenti anche agli allenamenti. La forza del club è che non ha mai venduto i suoi migliori giocatori, guadagnando però bene dalle cessioni di alcuni giovani. Gli acquisti, poi, sono stati molto mirati. Il più costoso è stato Zapata per 25 milioni. Inoltre c’è tanta attenzione sui giovani, e questo dipende anche dall’allenatore. Gasperini li fa giocare, siamo fortunati ad averlo”.

Foto: Atalanta sito ufficiale