GÜNDOGAN, DALL’INCUBO AL LUNGO ADDIO AL BORUSSIA
06.05.2015 | 09:30
La vita è fatta di alti e bassi, funziona così anche per i calciatori più affermati. Per quanto il conforto di un conto in banca che definire lauto è riduttivo riesca sempre ad addolcire i problemi. Il discorso vale a maggior ragione quando è la malasorte a metterci lo zampino. Premessa utile ad introdurre il profilo di Ilkay Gündogan, il centrocampista tedesco piombato dall’altare alla polvere in un batter di ciglio, ma poi rialzatosi con determinazione.
Agosto 2013-ottobre 2014: quattordici interminabili mesi senza campo, a causa di un gravissimo problema alla spina dorsale. Una stagione e più buttata al vento, incubo vero, la stessa carriera del ventiquattrenne specialista di origini turche sembrava a rischio e il diretto interessato non l’aveva presa affatto bene: sul web iniziarono a circolare foto che lo ritraevano in evidente sovrappeso, munito di un physique du rôle degno di un ammogliato nell’annuale partitella contro gli scapoli. Il ritorno contro il Colonia, lo scorso 18 ottobre, ha rappresentato la più classica delle luci in fondo al tunnel. L’equo indennizzo per chi aveva visto sfumare, a causa dell’infortunio, il trasferimento della vita. Quello al Real Madrid di Florentino Perez, poi costretto a virare su altri obiettivi dopo aver definito praticamente tutto. Sarebbe stato il giusto riconoscimento ad uno dei principali protagonisti dell’aurea era Klopp, compresa la fantastica cavalcata nell’edizione 2012-13 della Champions League, sfumata sul più bello contro gli acerrimi rivali del Bayern Monaco.
È andata diversamente, ma la classe non è acqua e un repertorio di primo livello resta tale anche a distanza di tempo, andavano ritrovati tempi di gioco e condizione fisica.
Nato a Gelsenkirchen il 24 ottobre 1990, formatosi nella locale SV Hessler 06 e passato anche dal vivaio di SSV Buer e Schalke 04 prima di ultimare la trafila delle giovanili nel Bochum, il ragazzo della Ruhr a fine stagione saluterà il Westfalenstadion al pari del mentore Jurgen, il cui ciclo volge al termine dopo una stagione deprimente in Bundesliga e Champions (fuori per mano della Juve), ma che potrebbe regalare un’altra insperata DFB-Pokal o Coppa di Germania che dir si voglia, italianizzando il tutto.
Sei giorni fa il freddo comunicato del Borussia Dortmund: “Il rapporto con Ilkay Gündogan non continuerà oltre il 30 giugno 2016. Il centrocampista ha deciso di non rinnovare il suo contratto”. Doccia fredda? Non esattamente, perché il sodalizio giallonero, che ha in Watzke e Zorc menti pensanti e braccia operative insieme, anche durante la lunga assenza aveva proposto il rinnovo al calciatore, sentendosi sempre rispondere picche. Questo perché Ilkay aveva già deciso di misurarsi altrove, reputando sufficienti i gettoni di presenza col BVB (ad oggi 112, con 13 reti all’attivo). Proprio ieri ricorreva il quarto anniversario dell’annuncio del suo acquisto da parte del Borussia, che il 5 maggio del 2011 ufficializzava l’arrivo del giovane prospetto dal Norimberga (altre 53 apparizioni in totale, impreziosite da 8 gol) per circa 4 milioni di euro. Non oltre il 15% dell’attuale valore del cartellino: a Dortmund pregustano una succosa plusvalenza, perché dalla sua cessione confidano di ricavare almeno 25 milioni, la scadenza ormai prossima non farà crollare la valutazione considerato il parterre delle pretendenti.
Già, perché restringendo l’analisi alle ultime due settimane, il profilo del centrale della Westfalia è stato accostato in ordine sparso a Manchester United (affare dato per fatto da autorevoli media esteri, senza successivi riscontri), Arsenal, Chelsea, Bayern e Wolfsburg. La questione è proprio questa? Gündogan resterà in Bundesliga oppure opterà per l’estero? Nulla si può escludere, ma sul fronte interno vanno registrate le recentissime dichiarazioni del già citato diesse Zorc: “Gundogan nella trattativa per il ritorno di Götze? No, Götze è un giocatore del Bayern, un suo ritorno non è minimamente immaginabile. Naturalmente preferiremmo che Gundogan non firmasse per un nostro rivale in Bundesliga, anche se considerata la stagione non possiamo definire il Bayern un nostro rivale”; e del collega Klaus Allofs, uomo mercato del Wolfsburg: “Qualsiasi notizia che collega il nome di Gundogan al nostro club è destituita di qualsiasi fondamento, non siamo sul giocatore”.
Nelle prossime settimane sapremo, di certo il Nicola Savino di Germania (imbarazzante la sua somiglianza con il popolare volto Rai e Radio Deejay) si appresta a muovere un passo importantissimo a livello di club, dopo aver riconquistato la Nazionale a fine marzo sia pur con l’amaro in bocca, per non aver partecipato alla trionfale spedizione teutonica in Brasile, suggellata dal quarto alloro iridato.
Il lungo addio al Borussia è in corso, ma la nottata è passata: Ilkay può guardare al futuro con rinnovato ottimismo.
Foto: Metro