Hakan Sukur: “Avrei tanto voluto essere io ad accogliere la mia Inter a Istanbul”
10.06.2023 | 12:38
C’é tanta amarezza nelle parole con cui Hakan Sukur si racconta alla Gazzetta dello Sport. I suoi trascorsi all’Inter non si sono rivelati memorabili come si sperava all’approdo a Milano, ma i colori nerazzurri gli sono sempre rimasti nel cuore. Accanto a Istanbul, la sua città, dove è diventato una leggenda per il Galata Saray. “Non posso essere lì, nel mio Paese, nel mio stadio, a tifare la ‘mia’ squadra perché sono persona sgradita a un governo non democratico. Mi emoziona, ma mi ricorda che mi è stato privato perfino il diritto di andare a vedere una partita di pallone. Avrei voluto accogliere io l’Inter in città”, spiega. Il riferimento è all’esilio per via dell’opposizione nei confronti di Erdogan alla vita che svolge oggi. Parlando del cammino sino alla finale e delle sue previsioni per la partita col Manchester City, dei suoi connazionali Calhanoglu e Gundogan dice che “L’Inter è grande, non è mai una sorpresa. Zanetti, poi, è un uomo speciale: ti insegna cosa è questa maglia. Quelli del City forse sono più forti, ma è un 50 e 50. E poi il pubblico turco potrebbe essere decisivo: sarà tutto per Calhanoglu. Anche Gundogan ha origini turche, ma Hakan è il capitano della nostra nazionale. Un giocatore unico, un leader nato con una capacità di calcio che in pochi hanno. Lui è il capitano della nazionale e gioca in un Paese che ha subito una grande tragedia, come il terremoto di febbraio. Porterà nel cuore tutte le vittime, sarà emozionato e con una motivazione in più: farà di tutto per alzare la coppa davanti alla sua gente”. Quindi un confronto tra i centravanti, Haaland e Lukaku: il primo “ha una forza fisica impressionante, ma l’Inter di centravanti di livello internazionale ne ha tre. Dzeko è un uomo da grandi notti, Lukaku è tornato ai suoi livelli e si trova benissimo con Lautaro, che spero sia l’uomo del destino, come Milito del 2010”.