“Ho firmato per tre anni con l’Udinese, non vedo davvero l’ora di iniziare questa nuova avventura. Conserverò grandi ricordi del Lokeren e auguro al club un futuro luminoso. La Serie A è un sogno d’infanzia che si realizza, giocherò in un campionato meraviglioso, Italia e Inghilterra sono i miei Paesi preferiti. Devo ricominciare da zero e so che non sarà facile, dovrò dimostrare a tutti che sono un giocatore di livello”. Queste le prime parole da calciatore dell’Udinese proferite da Hamdi Harbaoui, il 31enne attaccante tunisino (11 presenze e 3 gol in Nazionale, ultima apparizione datata 2013) approdato a parametro zero in bianconero e ufficializzato nel pomeriggio di ieri dal club dei Pozzo. Non certo un fulmine a ciel sereno, dal momento che lo stesso diretto interessato lo scorso 24 marzo, sul proprio profilo Facebook, aveva svelato lo scenario con uno scarno ma eloquente “3 ans avec Udinese” (3 anni con l’Udinese) con tanto di smile e hashtag. E la società friulana, all’indomani del conseguimento della salvezza, ha confermato il primo colpo di mercato per la stagione che verrà, in attesa di sciogliere il nodo relativo alla guida tecnica, fermo restando che Gigi De Canio è riuscito a portare a termine il compito affidatogli dopo l’esonero di Stefano Colantuono. La Serie A è un sogno per Harbaoui, ma siamo davvero sicuri che ai nastri di partenza del prossimo campionato lo specialista africano sarà protagonista alla Dacia Arena? Possibile, ma non certo scontato. Stiamo infatti parlando di un interprete dagli ottimi numeri, come vedremo appresso, ma l’identikit non corrisponde appieno a quelli che storicamente hanno fatto le fortune dell’Udinese, abituata a pescare sì in ogni parte del mondo - in aderenza alla consolidata filosofia che vede lo scouting al centro del progetto - ma profili ancora acerbi, da svezzare calcisticamente e poi affinare. Non va quindi escluso - anzi - che il giocatore, una volta valutato dallo staff tecnico, possa essere in seguito dirottato in un altro club facente capo alla holding del pallone griffata Pozzo. In tal caso, avventurandoci in una previsione, ad oggi scommetteremmo chiaramente più sul Granada (salvatosi grazie al roboante exploit di domenica nella tana del Siviglia) che sul Watford.
Volendo ripercorrere le tappe salienti che hanno contraddistinto la carriera del nostro personaggio del giorno, Hamdi nasce a Biserta, la più antica città della Tunisia, il 5 gennaio 1985 e cresce nel settore giovanile dell’Esperance di Tunisi, il blasonato sodalizio che lo fa esordire tra i professionisti e imporre all’attenzione degli scout europei. Dal 2003 al 2007 in patria vince 2 campionati e 1 Coppa nazionale, andando a segno 38 volte in 107 partite. Nel gennaio del 2008 il prestante centravanti (186 cm per 84 kg) fa le valigie e si imbarca per quella che diventerà la sua terra adottiva calcistica: sei mesi deludenti al Mouscron, poi due stagioni in terza serie tra le file del RCS Visé con ottimo ruolino a corredo: 35 gol in 50 presenze. Nel 2010-11 si misura tra i cadetti belgi, ancora numeri da capogiro con l’OH Leuven che trascina in Jupiler Pro League siglando 25 reti in 34 apparizioni. Dopodiché arriva la chiamata del Lokeren, che nell’estate del 2011 gli fa sottoscrivere un pluriennale. Sono 66 i gol realizzati nelle varie competizioni con la maglia della squadra che rese grande il danese Elkjær, stella indiscussa del Verona scudettato del 1985. Il titolo di capocannoniere nel 2013-14 come fiore all’occhiello, accompagnato dalle 2 Coppe del Belgio levate al cielo e collocate in bacheca. Da menzionare anche la parentesi araba del 2015, difendendo i colori del Qatar Sports Club (altre 21 segnature), prima di ritornare al Lokeren per l’ultimo anno di contratto. Tre giorni fa il poker da urlo servito al Mechelen (o Malines che dir si voglia) nell’ultima gara disputata, prima che il sogno italiano di Hamdi Harbaoui divenisse a tutti gli effetti realtà. Una realtà che adesso va difesa con le unghie e con i denti.
Foto: Van Accom - rtbf.be