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I VIAGGI DI ADRIANO

22.06.2015 | 23:22

La verità viene fuori, prima o poi. E la verità dovevamo intuirla, forse, quando Adriano Galliani, lasciando Montercarlo prima del week-end, aveva in pratica mollato la presa su Kondogbia. Aggiungendo che un’eventuale “vittoria” da 40 milioni alla lunga probabilmente non sarebbe stata tale. Sembrava la storia della volpe e l’uva: Galliani era andato per prendere Kondogbia, non ci stava riuscendo e per costruire un alibi stava trovando una via di fuga. Almeno dialettica e diplomatica. Aggiungendo cifre che poi non sono state confermate e suffragate dai fatti. Non 40 milioni, all’Inter il colosso ex Marsiglia è costato 30 più 6 di bonus, pagamento in tre anni. Altre cifre, a qualsiasi livello, a noi non risultano.
Ma il punto non è questo, piuttosto un altro. Adriano Galliani gode anche di una vasta copertura mediatica: c’è chi, non facendogli una cortesia, non avrebbe il coraggio di dire quando sbaglia e dove sbaglia. Piuttosto scaraventerebbe il microfono nel cassetto per il terrore. E prenderebbe il primo aereo, andrebbe in Papuasia e tornerebbe dopo un mese. Vorremmo aggiungere, con la schiena dritta, che non è importante segnalare un patto di non belligeranza per una presunta telefonata di Galliani a Fassone. Patto che poi era una barzelletta perché poche ore dopo entrambi, sia l’Inter che il Milan, si sarebbero trovati nello stesso posto del Principato a caccia dello stesso obiettivo. Quindi, chi ha voluto segnalare quel famoso patto (finto) non pensa di essersi prestato a un giochino poi clamorosamente smentito dai fatti? Non sono semplici riflessioni, ma fatti.
Poi ci sono i famosi viaggi di Adriano che una volta erano l’anticamera di una grande operazione in arrivo. Nell’ultimo mese Galliani è stato a Madrid per convincere Ancelotti, picche. Poi ha mandato Raiola in Qatar per sbloccare Ibrahimovic, acquazzone. Poi ha provato ad anticipare l’Inter per Miranda, nulla da fare. Poi si è precipitato per due volte in pochi giorni a Montecarlo. Ma il capolavoro al contrario era stato fatto in Portogallo quando i blitz erano stati ripetuti, tutti erano convinti che Jackson Martinez avrebbe vestito il rossonero. E anche il suo entourage aveva accettato con entusiasmo il trasferimento. Poi il Milan si è dimenticato dell’aspetto più importante: garantirsi le firme, andando alla rincorsa frenetica (e impossibile) delle firme. Nel frattempo Jackson, pur senza incontrare un medico dell’Atletico Madrid, si è promesso a Simeone. E un motivo ci sarà. Lo stesso motivo che manda il Milan dietro la lavagna: ora serviranno prodezze in serie per recuperare la posizione. 
I viaggio di Adriano sono come quelli di chi arriva a Roma e non vede il Papa. Oppure come quelli di chi acquista un superattico nel centro di New York e poi si dimentica di andare dal notaio per formalizzare. Una volta Galliani partiva e tornava con la preda. Adesso parte e torna con i due di briscola. E con troppe porte sbattute in faccia, non è da Milan.