Il trentasettesimo turno della Liga ha sancito il trionfo del Barcellona, passato al "Vicente Calderon" grazie all'ennesima magia di Lionel Messi. Per i blaugrana il 23° titolo rappresenta il miglior viatico per la finale di Champions con la Juve, in programma il prossimo 7 giugno a Berlino. A sfondo triplete, possibile per ambo le contendenti.
In Spagna però sognano il double europeo, dal momento che anche l'ultimo atto di Europa League vedrà protagonista una compagine iberica, il Siviglia.
Una squadra solida, compatta, cinica e ottimamente messa in campo da Unai Emery. Nostro malgrado, abbiamo avuto modo di apprezzare tali qualità recentemente, in occasione della doppia sfida a senso unico contro la Fiorentina. Com'è ormai arcinoto, da quest'anno vincere la ex Coppa Uefa garantisce l'ammissione diretta alla fase a gironi della successiva Champions League, interessante l'escamotage studiato da Platini per dare nuovo slancio alla competizione. Gli andalusi non dovrebbero avere problemi a tagliare il traguardo, per quanto tutti avessimo dato il Dnipro per spacciato anche al cospetto del Napoli. Ma per cautelarsi il Siviglia sta comunque cercando di qualificarsi a prescindere, via campionato, per il preliminare: la vittoria in rimonta sull'Almeria ha proiettato i biancorossi ad un solo punto dal Valencia quarta forza, che ieri al "Mestalla" non è andato oltre l'1-1 con il Celta Vigo. E all'ultima giornata i pipistrelli sono attesi proprio dalla trasferta ad Almeria, contro una formazione obbligata a vincere per salvarsi, sperando contestualmente che altrove maturino risultati favorevoli.
Il grande protagonista del pomeriggio, in quanto autore della doppietta decisiva, è stato Vicente Iborra, uno degli elementi più utilizzati da Emery dalla cintola in su. L'abbondanza sulla trequarti è il fiore all’occhiello dello stratega di Fuenterrabía. I vari Vitolo, Vidal, Reyes, Denis Suarez e Deulofeu, alternatisi unitamente al nostro personaggio del giorno alle spalle del terminale offensivo del collaudato 4-2-3-1, hanno fin qui portato in dote complessivamente 36 gol e 45 assist, un numero esorbitante. Per la gioia di Carlos Bacca, capocannoniere stagionale dall'alto delle 26 reti siglate, cui vanno a sommarsi le 17 di Gameiro e le 10 di Iago Aspas, alternative deluxe al centravanti colombiano.
Vicente Iborra de la Fuente è nato a Moncada - a 10 km da Valencia - il 16 gennaio del 1988, e, per una vita intera (precisamente fino al 17 agosto del 2013), aveva difeso sempre gli stessi colori, quelli del Levante, club nel cui settore giovanile si era formato prima di esordire in prima squadra nel gennaio del 2008: Getafe (in Copa del Rey) e Real Madrid (nella Liga) gli avversari che lo avevano tenuto a battesimo.
L'estate di due anni fa, come detto, Iborra ha salutato i rossoblu valenciani dopo 187 presenze e 13 reti in gare ufficiali, legandosi ai Sevillistas fino al 30 giugno del 2018. Sinora sono 13 i gol realizzati (su 87 partite disputate) nella sua esperienza all'ombra del “Sanchez Pizjuan”, 9 dei quali nell'annata che volge al termine.
Ben strutturato fisicamente (190 cm per 76 kg), Vicente spicca nel gioco aereo e conosce a menadito i tempi d'inserimento, i suoi movimenti risultano difficili da prevedere a dispetto delle lunghe leve e la versatilità lo rende una pedina preziosissima all'interno dello scacchiere andaluso. Emery sa bene che può impiegarlo sia sulla trequarti che da centrale di centrocampo, con risultati costantemente sopra la media. Il jolly Iborra corre e segna per i nervionenses, il 27 maggio a Varsavia il Siviglia confida anche nella sua vena per bissare il trionfo in Europa League dello scorso anno ed eguagliare, così, l'impresa riuscita alla banda di Juande Ramos nella seconda metà degli anni 2000.
Foto: Twitter Siviglia