Ibra: “C’è chi gioca a calcio e chi lo pensa, io amo fare la differenza. Razzismo? Serve più severità”
04.12.2019 | 11:04
Zlatan Ibrahimovic continua a lanciare segnali al Milan. L’attaccante svedese, finito il suo rapporto di lavoro con i Los Angeles Galaxy, tornerà a giocare in Europa, ma la destinazione precisa è ancora ignota. Tante squadre lo corteggiano, in Italia e in Inghilterra. Ma il giocatore è sempre più orientato a vestire nuovamente il rossonero. L’attaccante ha rilasciato una lunga intervista a GQ che sarà in edicola da domani. Queste alcune anticipazioni.
Il calcio per Ibra
“Ci sono calciatori che giocano a calcio e altri che lo pensano. Quando uno pensa inventa un nuovo modo di fare calcio, gli altri seguono e basta. Io amo fare la differenza. Non voglio fare bene solo una cosa, voglio farle bene tutte”.
Los Angeles Galaxy
“Sono molto contento di aver fatto questa esperienza a Los Angeles, anche perché dopo l’infortunio molti dicevano che non sarei più stato in grado di giocare, invece ho dimostrato che posso ancora fare la differenza. Ma dopo due anni ho detto basta. Qui a livello tecnico e tattico devono ancora crescere. Per correre, corrono, fisicamente sono delle bestie. Ma non sono abituati a giocare con i piedi, perché in tutti i loro sport tradizionali usano le mani”.
Contro il razzismo
“Mettere la maglia “No al razzismo” e sventolare la bandiera “No al razzismo” è bello, ma non risolve il problema. Meglio togliere tre punti, sospendere la partita e perdere l’incasso, così rischi di andare in Serie B. Devi essere severo, la gente non capisce fino a quando non paga le conseguenze. Quando ero in Italia mi gridavano «Zingaro!». È razzismo anche quello, è ignoranza, anche se poi quando mi vedono fuori dallo stadio mi fanno i complimenti e vogliono farsi una foto con me”.
Foto: Uromi Voice