Icardi e l’Inter, storia di un amore burrascoso e di grandi numeri
30.05.2020 | 23:20
Mauro Icardi e l’Inter si dicono addio, stavolta in maniera definitiva. L’estate scorsa il trasferimento in prestito (con diritto di riscatto) al Paris Saint-Germain, ora – dopo gli accordi totali raggiunti nelle scorse ore – l’attaccante argentino saluta il club nerazzurro a titolo definitivo: un’operazione annunciata da 50 milioni più 8 di bonus complessivamente facili da raggiungere, con Maurito che percepirà un ingaggio da 8 milioni più 2 a stagione all’ombra della Tour Eiffel. Un addio, quello tra Icardi e l’Inter, che si è consumato al termine di una vera e propria telenovela, caratterizzata da una storia di amore e odio. Il capitano, bomber e uomo chiave dell’Inter, negli ultimi mesi a Milano aveva perso gradualmente leadership, titolarità e posto in squadra. Arrivato in nerazzurro nell’estate 2013 dopo un’ottima stagione in Serie A con la Samp, Maurito ci ha impiegato poco a conquistare il cuore del popolo interista: le 23 presenze della prima annata, con 9 gol realizzati, sono stati un inizio di un certo spessore per un ragazzo appena ventenne. La stagione 2014-15 sancisce l’esordio in una competizione europea (l’Europa League) e la vittoria della classifica di capocannoniere, premio condiviso con Luca Toni. 36 le partite giocate in Serie A e 22 i gol che gli valgono la definitiva consacrazione, nonostante un evento che resterà scolpito nella mente degli ultras nerazzurri, e non solo: l’1 febbraio 2015, al Mapei Stadium di Reggio Emilia, l’Inter cade 3-1 contro il Sassuolo; a fine partita Icardi va sotto la curva interista per chiedere scusa e regalare la maglia ai sostenitori, ma questi ultimi rifiutano categoricamente la casacca, rispedendola al mittente e aprendo uno screzio che mai verrà risanato totalmente e che verrà acuito dopo la pubblicazione dell’autobiografia di Maurito. La stagione 2015-16, sotto la guida di Mancini, per Icardi si rivela l’ennesima annata fatta di soddisfazioni personali: miglior marcatore della rosa interista con 16 gol all’attivo, l’argentino viene nominato capitano a soli 22 anni. Ottime prestazioni, rendimento da top attaccante in Europa e responsabilità da capitano ben rispettate, se pur con qualche errore di percorso. Con Spalletti in panchina l’Inter si riprende addirittura la Champions e Icardi torna ad essere capocannoniere, questa volta con 29 gol al pari di Ciro Immobile. Maurito poi il 3 dicembre 2018 entra definitivamente nella storia del club milanese, raggiungendo Mario Corso e varcando la soglia della Top-10 dei migliori marcatori nerazzurri di tutti i tempi. Poi, però, ecco la stagione che cambia tutto e che diventa controversa e assurda il 9 febbraio 2019. L’ultima partita di Icardi prima del fulmine a ciel sereno è un’anonima prestazione in Parma-Inter. Da lì in poi scoppia il noto caso che gli farà perdere fascia di capitano, posto in squadra e credibilità. Maurito, dopo il periodo fuori rosa, rientra ad aprile e chiude la stagione con 11 gol e 29 presenze, ma il rapporto con il club è ormai logoro e soltanto il quarto posto placa solo apparentemente gli animi. Il resto, compreso il trasferimento al Psg, è storia recente. Icardi dice definitivamente addio all’Inter dopo 219 partite e 124 gol, chiudendo al settimo posto tra i marcatori nerazzurri di tutti i tempi. Una storia di amore e odio, durata quasi sette anni, e che adesso è arrivata per davvero ai titoli di coda.
Foto: Twitter ufficiale Inter