IL CELTA VIGO AI PIEDI DI JOAQUIN LARRIVEY
25.10.2014 | 09:50
Quando calcava i campi della serie A e qualcuno osava tirare fuori il suo soprannome – “El Bati” – le reazioni dei tifosi erano le più disparate: dai sorrisini ironici, all’incredulità pura, passando per quel sano sarcasmo che nel mondo del calcio non guasta mai. A vederlo giocare quest’anno nella Liga, qualcuno dovrà iniziare a ricredersi: 6 gol in 9 gare disputate con la maglia del Celta Vigo (basti pensare che l’anno scorso, quando militava nel Rayo Vallecano, ha raggiunto questa soglia dopo ben 16 giornate) , due siglati solo ieri sera nel 3-0 interno inflitto al Levante, agguantato Carlos Bacca in classifica marcatori e marcati a uomo Messi e Neymar, rispettivamente a +1 e a +2. Numeri importanti che certificano il valore di un centravanti troppo spesso sottovalutato; cifre che non possono non essere arricchite con lo strepitoso cammino in campionato condotto fin qui dal Celta: 16 punti conquistati in 9 match, una lunghezza più giù rispetto a squadroni come Valencia e Atletico Madrid, addirittura appena due sotto il Real Madrid (tutti con una partita in meno).
Un andamento più che positivo (media di quasi due punti a incontro) sul quale ha avuto un peso specifico proprio la vena realizzativa di Larrivey. E la doppietta di ieri sera ha messo in mostra tutte le sue qualità da prima punta forte fisicamente e sempre nel vivo dell’azione. Prima marcatura al 27′: percussione di Santi Mina, passaggio filtrante per Pablo Hernandez e assist al centro per la zampata in scivolata dell’attaccante argentino (in leggera posizione di fuorigioco); bis concesso all’82’: destro da fuori di Nolito respinto da Marino e tap-in vincente per il gol che blinda i tre punti, ancor più messi al sicuro con il 3-0 allo scadere firmato Lopez.
Joaquim Larrivey nasce a Gualeguay il 20 agosto del 1984 e cresce nelle giovanili dell’Huracan. Dal 2004 passa in prima squadra e in tre stagioni fa il fenomeno: 94 presenze e 30 reti che consentono soprattutto alla sua squadra (nell’estate del 2007) di centrare la promozione alla Primera Divisiòn. Prestazioni che non sfuggono all’attento occhio di Massimo Cellino che il 15 giugno del 2007 gli fa firmare un contratto quadriennale. Dopo un giallo sul suo trasferimento in Italia, con il giudice argentino Eduardo Malde che inizialmente annullò l’affare per tutelare i creditori del club argentino, convinti di aver chiuso l’operazione ricavando meno del dovuto, il 2 settembre di quell’anno arriva l’esordio in serie A. E’ la partita più dura: Cagliari-Juventus, persa dagli isolani 3-2 ma nella quale Larrivey mette il proprio zampino procurandosi il fallo da rigore del momentaneo 1-1. Il 18 maggio del 2008 (ultima di campionato) ecco la sua prima marcatura tricolore, ai danni della Reggina. Con i rossoblu sarà una storia d’amore bella e tormentata: dal 2007 al 2012 saranno ben due le parentesi lontano da Cagliari (prima il Velez, con cui conquista il campionato di Clausura nel 2009, e poi il Colòn). Esperienze fugaci e ritorni alla base, prima della rescissione nel 2012 e l’approdo in Messico, destinazione Atlante. Il suo tabellino personale italiano alla fine reciterà 101 gettoni di presenza e 16 centri, ben poca cosa considerate le premesse (e le promesse) fatte da Cellino.
La stagione al Rayo Vallecano è il preludio allo sbarco in un’altra compagine della Liga, l’attuale squadra Celta Vigo. Dove sta iniziando a sbalordire tutti, memore del proprio pesantissimo appellativo. Ieri sera, al termine del match vinto per 3-0, sul confronto con Vlado Gudelj (storico attaccante del Celta Vigo degli anni Novanta), Larrivey ha risposto così: “Paragonarmi a un giocatore tanto importante per la storia del Celta? Non gli arrivo nemmeno alla caviglie!”. Magari non sarà ancora nella storia di questo club, ma di questo passo potrebbe davvero ritagliarsi uno spazio di non poco conto nella “Hall of Fame” locale. E in Italia, forse, qualcuno un giorno si mangerà le mani…
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