Il Genio di Napoli e le illazioni da bar di Caracas
Per capire come siamo messi oggi nel giornalismo moderno basta poco e quel poco fa venire il voltastomaco. Nel cuore della notte ci mandano un tweet del Genio di Napoli che, entrando in un bar di Caracas probabilmente sua dimora fissa, dichiara:
“Se un giornalista critica ferocemente per favorire un dirigente amico che gli passa le notizie, e non perché pensa davvero che quel presidente stia rompendo il giocattolo, non va assolutamente bene”. Già sull’italiano e sulla forma emergono problemi seri, ma non è una novità e andiamo avanti. Sotto emergono i commenti di qualche falsone che molto spesso viene qui, fa una domanda, riceve una risposta cortese e poi cambia faccia su un’altra bacheca. Un classico. All’interno di una trasmissione (grazie a chi ci ha mandato il video) in cui la conduttrice o presunta tale si lamenta di essere stata bloccata su Twitter (beh, se l’andazzo è questo si blocca da sola...). Mentre il ragazzo senza consecutio e con i capelli ricci aggiunge pesanti illazioni, ovviamente senza fare nomi e cognomi, al leone resta solo la criniera. Questo è il giornalismo italiano di oggi. Noto per la sua tattica a distanza della serie
“so tutto io” e per altre cose che preferiamo non citare, al Genio di Napoli chiediamo una cosa: di fare nome e cognome tirando fuori quegli attributi che distinguono uomini veri dagli ominicchi. Poi sulla deontologia - la sua - ne parliamo magari in altre sedi, ma prima serve un atto di coraggio. Siccome siamo stati gli unici a parlare di giocattolo rotto, senza offendere chicchessia secondo l’abc dell’educazione (a proposito: grazie ai tantissimi tifosi del Napoli che hanno saputo commentare con civiltà), la “disamina” del Genio in vacanza a Caracas avrebbe un significato se aggiungesse il soggetto. In fondo, basterebbero un paio di palle (quelle non le trovi per caso e non le vendono al supermercato) senza sparare nel mucchio. Quanto a notizie noi potremmo restare a digiuno, senza problemi, lo scendiletto è solo di chi non fa mai una critica, va sempre tutto bene e avanti così. Un mese fa avevamo detto che il giocattolo era perfetto e non andava smontato, proprio per il grande spettacolo offerto dal Napoli. Ne abbiamo la libertà e non può esserci un pincopallino che nessuno conosce oltre la tangenziale a fermarci. Può condividere oppure no, può ribattere oppure no ma con civiltà: se sceglie la terza via nascondendosi dietro un muretto dopo aver lanciato il sasso, magari aspettiamo che abbia il coraggio di lanciare il sasso da vicino. Le famose palle. Stiamo parlando dello stesso Genio che ha calpestato Spalletti, l’uomo dei Sogni raggiunti, spiegando perché aveva deciso di lasciare Napoli: “Aveva un grande club dietro”. Balle spaziali e mancanza di rispetto, il suo è un cliché fisso. Lo stesso che ha attaccato Spalletti perché ha sostituito Ndombele, non ha utilizzato Raspadori, ha trascurato Mertens e amenità del genere: come se le sue lavagnette antiquate fossero la Bibbia. Ora esca dal condominio, faccia nomi e cognomi, diventerebbe famoso per aver portato la prima notizia della sua vita. Intanto chiediamo scusa: abbiamo dedicato troppo tempo al “senzaballe”.