Il “grande secondo tempo” di Mancini è l’epicentro dei suoi alibi (ben coperti)

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Speravamo che Roberto Mancini, due giorni dopo la sconfitta contro l’Inghilterra, facesse un esame più approfondito e meno superficiale della prima partita delle qualificazioni agli Europei, in fondo siamo campioni in carica. Quindi, non l’ultima ruota del carro. Nulla di tutto questo. Anzi Mancini è andato oltre ha difeso quel “grande secondo tempo” contro gli inglesi, ovviamente non ha citato il primo tempo da 4 in pagella, da 4 per essere generosi. Quel “grande secondo tempo” è l’epicentro degli alibi del commissario tecnico che ha avuto il coraggio di dire: “I giudizi sono condizionati dai risultati”. Non è vero, basterebbe vedere un’Italia decente. Gli alibi di Mancini sono ben coperti mediaticamente da chi evidenzia il seguente concetto: contro l’Inghilterra ci sono state due versione diverse della Nazionale azzurra. Non è vero perché quella del primo tempo è stato così brutta che sarebbe stato opportuno cambiare canale e scaraventare il telecomando dalla finestra. Due Italie, un modo per correre ai piedi di Mancini. C’è chi ha dato 5,5 in pagella a Mancini (un voto generosissimo) con scarso spirito critico. E sul criterio delle convocazioni ci siamo quasi arresi: pensiamo che Mancini sia l’unico commissario tecnico al mondo che tenga pochissimo conto della meritocrazia del campionato. Stasera prendiamoci un brodino a Malta (speriamo), così parleremo del risultato. Foto: Instagram Mancini