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Il mercato in campo – Da esubero a baluardo. Chris Smalling

11.12.2019 | 19:40

In estate era arrivato tra lo scetticismo generale, un’esperienza decennale al Manchester United, vissuta non sempre come titolare, poteva rappresentare per qualcuno un biglietto da visita non sufficiente per diventare un riferimento della retroguardia del club romanista.

Chris Smalling ha impiegato pochissimo tempo a spazzare via dubbi e perplessità, impressionando per la rapidità di ambientamento in una realtà calcistica differente dalla Premier League. Allo United aveva dimostrato di poter meritare lo status di alternativa, il suo minutaggio si era rivelato elevato in diverse stagioni, spesso però per fattori esterni, come infortuni altrui, il rendimento non all’altezza di rinforzi acquistati a peso d’oro e qualche amnesia di troppo che lo ha sempre accompagnato in termini di concentrazione.

Lo United non lo ha messo alla porta, gli ha fatto capire che avrebbe accumulato un numero inferiore di presenze all’interno di un programma finalizzato alla valorizzazione dei giovani, compreso Tuanzebe. Smalling ha compreso che era giunto il momento di ricercare nuovi stimoli, provare una nuova avventura di un certo livello, in estate è andata a buon fine l’operazione in prestito secco. Una formula che può riassumere molte cose, tra le quali la volontà o la speranza di non perderne il controllo del cartellino, la fiducia condizionata posta nei suoi confronti.

In sede di mercato l’organico giallorosso è stato rivoluzionato, non si prospettava un compito semplice e rapido trovare l’amalgama in particolare nel reparto arretrato dove gli equilibri, i movimenti e l’intesa costituiscono le fondamenta di ogni compagine. Alla Roma invece ci sono riusciti a tempo di record, in virtù di un impegno costante e valori sopra la media. La coppia Smalling – Mancini si sta rivelando un autentico muro, ne sa qualcosa il tandem offensivo più temuto in tutta la serie A. L’esperto difensore inglese si è reso protagonista di un duello meraviglioso con l’ex compagno di squadra Romeo Lukaku, nel quale il tempismo e la fisicità hanno dominato sovrani.

Il prezioso e prestigioso 0-0 ottenuto a San Siro è stato possibile in primis dalla solidità difensiva. Gli unici grossi pericoli portati dai neroazzurri sono arrivati da incredibili errori in fase d’impostazione che hanno visto spesso protagonisti centrocampisti e l’estremo difensore. In uno dei massimi palcoscenici del calcio italiano e del panorama europeo, Chris Smalling ha conquistato tutti, mantenendo concentrazione e lucidità a livelli elevati fino al triplice fischio finale ed evidenziando una visione di gioco inusuale per un difensore centrale. Anche grazie alle sue giocate la Roma ha potuto trasformare al volo l’azione da difensiva in offensiva, con tempismo, eleganza, efficacia e potenza fisica, la manovra ne ha beneficiato per velocità e scioltezza.

Sono già avviati i contatti tra i club per valutare il futuro a breve termine del difensore per anni nel giro della nazionale inglese, la concorrenza non manca. La Roma punta a trasformare il prestito secco in un titolo definitivo, lo United ha assegnato una valutazione di 20 milioni al cartellino, i giallorossi si sono finora spinti a cifre inferiori, sono attesi ulteriori incontri e rilanci. A parole lo storico club inglese, leggendo le dicharazioni della guida tecnica, ha evidenziato la volontà di riportarlo in casa, tutti però sappiamo come chiunque abbia un prezzo, in particolare se si tratta di un elemento fatto uscire in estate come esubero a mercato in entrata giù chiuso.

Nel caso in cui fosse la Roma ad aggiudicarselo, ogni parte potrebbe beneficiarne. I giallorossi confermerebbero il miglior centrale finora in termini di rendimento, il diretto interessato resterebbe in una piazza dove si è subito trovato a proprio agio e lo United incasserebbe un buon introito per un calciatore che avrebbe potuto perdere a parametro zero solo pochi mesi fa.

Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net

 

Foto: Twitter ufficiale Roma