Classe abbinata a dinamismo, capacità nel giocare con efficacia a tutto campo, la dote della verticalizzazione, duttilità nel doppio ruolo di regista e trequartista, senso del goal. Antonio Candreva a parte, alla Sampdoria la carenza di tecnica di primo livello a centrocampo era palese.
È stata una trattativa ricca di tira e molla, l'attesa ne è valsa davvero la pena. L'arrivo di Stefano Sensi è un'autentica manna dal cielo per una squadra precipitata in classifica, ottenendo soltanto due punti in sei giornate, compresi i passi falsi negli scontri diretti con Cagliari e Spezia. Il centrocampista, reduce dalla mancata partecipazione al fotofinish all'Europeo e una prima parte di stagione vissuta ai box all'Inter, è arrivato a Genova con una voglia pazzesca di riscatto. L'obiettivo è chiaro: fare bene alla Sampdoria per esserci al Mondiale e ritrovare il posto da protagonista in neroazzurro.
Da diversi anni i tifosi della Sampdoria non avevano il piacere di ammirare un centrocampista dai piedi così buoni, rapido, mentalmente uno step in anticipo rispetto agli avversari, riuscendo ad intuire movimenti e trame di gioco. Contro il Sassuolo è rimasto in campo per l'intera sfida, ha gonfiato la rete, ha dato il là a buona parte delle azioni offensive, non facendo mancare il supporto ai mediani in un prezioso e costante lavoro di raddoppio in ogni zona.
Una bussola in mezzo al campo, luce sulla trequarti, instancabile, onnipresente, fonte di stimoli ed entusiasmo. La Sampdoria, da mesi costretta a fare a meno di Mikkel Damsgaard tra i protagonisti all'Europeo e a perdere per strada il trascinatore Manolo Gabbiadini, se lo coccola e sarà chiamata a gestirlo al meglio in termini di minutaggio. Si tratta di un diamante purissimo, un pezzo più unico che raro, da conservare con la massima attenzione per evitare tutta quella sfortunata serie di problemi fisici che lo hanno perseguitato negli ultimi anni.
Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net
Foto: Twitter Sampdoria