Matricola, cenerentola, fanalino di coda a priori, sparring partner. In estate molti media avevano così definito il Sudtirol, neopromosso per la prima volta in serie B e reduce dal cambio in panchina a pochi giorni dalla partenza ufficiale del torneo.
Un mercato estivo poco pubblicizzato ma intelligente, basato su elementi in prestito dalle big, giovani reduci da infortuni come Nicolussi Caviglia, o ex grandi promesse in Primavera, ad esempio Marco Pompetti. L'arrivo di gente esperta come Andrea Masiello ha portato quel contributo fondamentale per guidare un reparto difensivo in gran parte al primo impatto con le insidie della serie B. La scelta del nuovo tecnico, dopo la brevissima parentesi Zauli, ha rappresentato uno step assai delicato, dal quale sulla carta dipendeva una parte consistente della stagione.
La società ha puntato su Pierpaolo Bisoli, rimasto libero nonostante l'impresa portata a termine con la salvezza del Cosenza. Il club di Bolzano ha optato per un tecnico senza paura rispetto a qualsiasi situazione, pronto a scendere in battaglia, grande motivatore, bravo nel far quadrato e valorizzare l'organico a disposizione. L'inizio di stagione non è stato baciato dalla buona sorte; il rigore sbagliato a Brescia e la sconfitta con un'autorete nel finale con il Venezia potevano soffocare gli entusiasmi e creare instabilità.
Si è vista la bravura di Bisoli nel mantenere alta l'autostima del gruppo in una sorta di A2, puntare sul carattere, la compattezza e la duttilità tattica senza tralasciare il gioco corale e le qualità dei singoli. Il carisma e l'identità vulcanica possono aver fatto storcere il naso a qualcuno nel corso degli anni. Il tecnico di Porretta Terme si è rimboccato le maniche, non si è perso d'animo dinanzi ad alcuni esoneri e non ci ha messo un attimo a sentirsi parte integrante di una realtà ricca di entusiasmo e vogliosa di tenersi stretta una categoria sognata da sempre.
Foto: Facebook Sudtirol