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IL MIO MERCATO PIÙ’ BELLO

03.02.2015 | 22:20

Ne ho viste tante, troppe. Ne ho vissute mille, tutte diverse. Storie di mercato bianche e nere, vere e finte, da verificare e da scartare. Adrenalina in corpo, messaggi e telefonate in ogni momento del giorno e nel cuore della notte. Ma un mercato così, in oltre 25 anni, mi mancava davvero. Il più bello, quello che mi ha dato più gusto. Anche e soprattutto per la testimonianza e l’affetto della gente.

La storia più incredibile? Protagonista Paletta, una cosa da non credere. Domenica 1 febbraio, un sms alle 19,30. La rivelazione: “Paletta va al Milan”. Rispondo così: “Se becchi questa, ti do la patente di numero uno. Ma come fa ad andare al Milan se tra un’ora lo affronta a San Siro?”. L’sms di ritorno mi gela: “Fai come ti pare…”. Verifico e ascolto che il Milan ha programmato le visite per un difensore il giorno dopo. Tutti dicono Munoz, notizia che mi avevano soffiato qualche giorno prima e che avevo dato più veloce della luce (accordo per luglio). Invece io so che le visite sono per Paletta e non per Munoz. Guardo la tv accesa nella mia stanza d’albergo e – non ci crederete – inquadrano proprio lui in borghese che scende dal pullman nel ventre di San Siro e che si avvia a raggiungere lo spogliatoio. Dopo dieci minuti la distinta ufficiale delle formazioni: Paletta in panchina! Faccio un’altra verifica, nuove conferme. Vado con la notizia, anzi la rilancio. E subito dopo la partita gli annunci di Donadoni, Galliani, di tutti. Una storia davvero incredibile…

La scossa all’improvviso? La stessa sera di Bocchetti, le cifre per il ritorno di Santon all’Inter, avrei voluto essere in diretta, i siti stavano impazzendo.

L’affare baby? Il contropiede di Walter Sabatini per assicurarsi Kevin Mendez, poi girato in prestito al Perugia. Ma anche Correa alla Samp, fondo o non fondo pro City.

L’affare amarcord? Un sabato mattina, Belardi e Cirillo che tornano alla Reggina: sotto la neve, con il motore acceso, che brividi per chi ha quel colore (amaranto) nel cuore.

La notizia più inattesa? Salvatore Bocchetti al Milan, nel silenzio generale: dal primo lancio all’annuncio delle visite circa un’ora di tempo. Ma fino a poco prima non c’era la minima traccia, Bocchetti era in ritiro in Spagna con lo Spartak Mosca.

La notte più adrenalinica? Quella del doppio annuncio che abbiamo dato: Murillo e Brozovic all’Inter, il primo praticamente per l’estate, il secondo da subito. Un messaggio durante “Lo sai che” su Sportitalia, poi un altro di conferma e l’inferno: anche in quel caso in giro il silenzio. Ma non dimenticherò la svolta Shaqiri: continuavano a mandarlo alla Juve…Una cosa che mi ha dato fastidio? Le interpretazioni di un presunto amico collega su Cassano, uno di quelli che pensa di sapere tutto di tutti e che pretende rispetto, ma che non lo dà. Il mercato ti consente anche di fare scelte secche: nessun rancore, ma se un tuo collega che dice di volerti bene non ti rispetta, meglio perderlo che ritrovarlo. Soprattutto se in passato… Beh, lasciamo perdere: di sicuro meglio così. Intanto, da quella sera della risoluzione di Cassano – anticipata in esclusiva – l’attesa continua.

 

La soffiata più geniale? Gilardino alla Fiorentina, un botto che soltanto l’ironia dei tifosi viola ha saputo ammortizzare nel migliore dei modi. Fino a due giorni prima dicevano che con il Cagliari era fatta. Ma Alberto vedeva solo viola.

L’insulto più pesante? Quando ho dato Gastaldello in cima alla lista del Bologna. Sui social un tifoso della Samp, accompagnato da tanti altri, mi ha scritto: “Questa è la minchiata dell’anno, Gasta è la nostra bandiera, sarai costretto a chiederci scusa”. Beccati questa, amico mio. Più o meno la stessa cosa per Mbaye.

Il contropiede più bello? Laxalt al Genoa che consente di liberare Antonelli per il Milan. In controtendenza rispetto a chi era convinto che sarebbe stato fondamentale il sì di Armero per chiudere l’operazione.

Le mattine più tormentate? Quelle del sì di Destro al Milan, ma anche di Jajalo e Ortiz al Palermo.

La resistenza più grande? Dopo aver dato Pinilla “sicuro” all’Atalanta, continuavano a dire che sarebbe andato al Toro. Resistere parola d’ordine, appunto.

La soddisfazione vera? Quando ti dicono che l’agente di Strinic è a Milano per chiudere l’operazione con il Napoli. E Bigon che ordina di non far trapelare nulla quando la notizia ha già fatto il giro d’Italia. Oppure il trasferimento di Ibarbo alla Roma, segnalato già alla vigilia della sessione di mercato della scorsa estate, esattamente il 27 aprile.

Questi alcuni esempi di un mercato da incorniciare. Breve, ma molto intenso, come accade spesso a gennaio. Per me uno dei più belli. Anzi, confermo: il più bello.

PS: gli ascolti su Sportitalia e le visite sul mio sito mi confermano quanto tirino i giorni di trattative frenetiche. L’ultimo ancora di più, malgrado dopo le 22 l’unica notizia vera sia stata quella di Acquah alla Sampdoria. L’ennesima conferma di quanta voglia abbia la gente di notizie vere, senza insalate con bufale. Grazie di tutto, sempre con voi.