IL MURO DI SIVIGLIA SI CHIAMA SERGIO RICO
09.12.2015 | 10:15
Se il Siviglia proseguirà il proprio cammino internazionale in Europa League, gran parte del merito spetta a lui. Si chiama Sergio Rico Gonzalez e da ieri sera è entrato ancor di più nei caldi cuori dei tifosi che gremiscono il Sanchez Pizjuan. Lui, che ha sbarrato con le sue parate le velleità di primato della Juventus. Mentre all’Etihad Stadium il risultato si ribaltava: 1-2 M’Gladbach nel primo tempo, poi la notizia del gol di Llorente, il crollo psicologico e il City che dilaga fino al 4-2 finale. E pensare che i bianconeri di Germania avrebbero anche potuto perdere se gli andalusi non avessero battuto Buffon e compagni. Il ko è invece arrivato e brucia ancor di più per gli uomini di Schubert rivedere gli highlights di una partita dall’esito incerto fino all’ultimo minuto. Specie quel minuto 91, quando Cuadrado serve Morata che da pochi metri si fa ipnotizzare proprio da Sergio Rico. La deviazione miracolosa in corner, l’esultanza come se fosse una finale, la consapevolezza di aver portato a casa una piccola impresa. Forse le recenti esclusioni di Allegri o forse un momento di forma fisica e mentale non all’altezza, fatto sta che Alvaro si è divorato due reti (incredibile l’errore da due passi nella prima frazione su perfetto assist di Dybala) che hanno fatto gioire i biancorossi, un po’ meno Marotta e Agnelli. Agli ottavi, dunque, in arrivo una big: il muro di Sergio Rico ha emesso il suo verdetto.
Uscite basse, uscite alte, prontezza di riflessi, reattività: contro la Juventus, Rico ha messo in mostra tutto il proprio repertorio. Un bagaglio tecnico allevato e custodito gelosamente da quattro anni, quando la sua esperienza da portiere ha avuto inizio. Una carriera segnata solo ed esclusivamente dai colori sociali dei Rojiblancos. Dal 2011 al 2014, infatti, ha militato nel Siviglia Atlético, la squadra B del Siviglia che attualmente disputa il campionato di terza divisione spagnola. Le sue qualità sono però state notate in fretta dai piani alti del club: non dimentichiamoci che stiamo parlando di un giocatore che lo scorso 1 settembre ha compiuto 22 anni. Oro colato per le ambizioni e – eventualmente – per le casse societarie. Non a caso dodici mesi fa è arrivato il rinnovo del contratto in scadenza fino al 30 giugno del 2017. Un segnale ampiamente ripagato sul campo: dal settembre dello scorso anno Rico ha sostituito in diverse occasioni l’infortunato titolare Beto, e il rendimento dell’undici andaluso non è affatto calato. Anzi, con i suoi interventi felini, associati alle magie di Reyes e Banega, alla solidità di Aleix Vidal e ai centri di Bacca, è arrivata la seconda Europa League di fila, vissuta da autentico protagonista. Un trionfo al culmine di una stagione importante anche a livello personale, visto che di lì a poco sarebbe arrivata la convocazione in Nazionale da parte di Vicente Del Bosque. Quest’anno Rico si è preso i pali ed è una pedina inamovibile di Emery, che pure ha dovuto assistere al quasi totale rinnovamento della rosa. Almeno per ora, i risultati ne hanno risentito: i 19 punti conquistati nelle prime 14 giornate di Liga (con tanto di “pareggio di bilancio” tra gol fatti e subiti, 19-19), che sono valsi l’attuale decimo posto in graduatoria al pari dell’Eibar, rappresentano un bottino certamente al di sotto delle aspettative. Ma la gara di ieri sera può essere stata la vera svolta: con più di mezza stagione davanti per migliorare l’andamento interno e la possibilità di replicare il proprio dominio nell’habitat naturale dell’Europa League, la fiducia non può che crescere. E con un Sergio Rico così si può addirittura sognare…
Foto: Sergio Rico on Instagram