Il Sarrismo è morto? Il vero giornalismo è morto prima

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Il Sarrismo è morto? Veramente il Sarrismo della Lazio è completamente diverso da quello di Napoli, ma se ne può accorgere soltanto chi ne capisce di calcio, chi non vede il tramonto dietro l’angolo, chi non vive di paturnie personali e di vecchi rancori, chi - soprattutto - fa aumentare la nostalgia nei riguardi degli autori di pagelle prestigiose, pregiate, competenti, vere. Bei tempi, quelli. Vorremmo vedere , ripetiamo, la stessa “personalità” (chiamiamola così, mmm...) per scrivere - facciamo un esempio a caso - un dossier sul Torino, lì con pagelle vere, libere, senza sconti. È possibile? La vediamo dura, durissima. Premesso che la Lazio in casa del Milan è stata senza un perché, bisognerebbe leggerci dentro un’intera stagione e poi tirare le somme alla fine. Ma questo lo può fare chi conosce l’argomento senza prevenzioni, il mondo è pieno di recensioni opposte, competenti e soprattutto “libere”. Premesso che anche un esperto di ippica conoscerebbe i problemi che Sarri ha avuto in questa stagione (per esempio il peggior Milinkovic-Savic di sempre), quello stesso esperto potrebbe fare le pagelle scrivendole su un muro e di sicuro avrebbe maggiore credibilità. Il Sarrismo è morto? Di sicuro il vero giornalismo è morto prima, ma bisogna sapersi consolare perché in qualche caso, lo ribadiamo, il tramonto è fortunatamente dietro l’angolo. E poi resteranno le parole crociate al parco con gli amici (forse). Ma, attenzione, parliamo delle parole crociate (rigorosamente) facilitate: così, stavolta senza rancore, per far scivolare il tempo e per appendere - finalmente - le pagelle al chiodo. Foto: twitter Lazio