Ultimo aggiornamento: giovedi' 19 dicembre 2024 15:05

Impermeabilità difensiva targata Valverde: Barça un po’ più “italiano”, ancora più temibile

27.02.2018 | 23:58

Passano le stagioni, mutano gli interpreti (anche in seguito a operazioni shock, come quella che ha portato Neymar al Psg), ma quando si entra nella fase calda della stagione il Barcellona è sempre lì, sul pezzo, con l’obiettivo di vincere tutto. Sfuggita in estate la Supercoppa di Spagna, finita nella bacheca del Real Madrid, in Liga i blaugrana navigano a gonfie vele, forti dei 7 punti di vantaggio sull’Atletico Madrid seconda forza. In Coppa del Re, nella finale del Wanda Metropolitano, se la vedranno con il Siviglia di Vincenzo Montella. E in Champions sono reduci dall’ottimo pareggio per 1-1 di Stamford Bridge, contro un Chelsea che avrebbe meritato di più ma che ha pagato a caro prezzo la svista di Christensen. È un Barça diverso, quello targato Valverde, che in questa prima parte della sua esperienza in Catalogna ha già dimostrato di che pasta è fatto. El Chiquito, arrivato in estate dopo l’esperienza proficua all’Athletic Bilbao, si è progressivamente discostato dal dogma del 4-3-3, optando spesso per un centrocampo a 4 (a rombo sfruttando Paulinho, più che in linea) ma anche proponendo varianti significative, come quella dell’ultima uscita contro il Girona, che ha visto contemporaneamente in campo dal 1’ non solo gli intoccabili Messi e Suarez (53 gol stagionali in due), ma anche gli acquistoni delle ultime due sessioni di mercato, Ousmane Dembelé (che quasi mai finora è stato a disposizione, 380 minuti totali per il francese) e Philippe Coutinho, non utilizzabile in Coppa Campioni avendo disputato la fase a gironi con il Liverpool. Una sorta di 4-2-2-2 o 4-2-4 che in fase di non possesso si atteggiava a 4-2-3-1. Esperimento riuscito, a giudicare dal tennistico 6-1 finale. In generale, al di là del sistema di gioco, non esageriamo dicendo che Valverde ha un po’ “italianizzato” il Barcellona, blindando la difesa al punto da renderla una fortezza difficilmente espugnabile: basti pensare che i blaugrana tra campionato, Champions e Coppa del Re hanno subito soltanto 16 gol in 40 partite, tre delle quali conclusesi sullo 0-0, un risultato che per il club culé rappresentava quasi un’eresia fino alla scorsa stagione. Qualche fronzolo in meno, ma più equilibrio. Numeri diversi rispetto agli anni del tiqui-taca più o meno puro, in cui si badava alla fase difensiva in maniera meno meticolosa. Gli azulgrana concedono molto meno, ma la produzione offensiva non ne ha risentito granché, se si considera che le reti stagionali sono già 98, considerando quello in Supercoppa. Con questi numeri, specialmente con quelli difensivi, il Barça un po’ “italiano” di Valverde deve fare ancora più paura.

Foto: Mundo Deportivo