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Inglese: “Napoli? Lì non si può stonare, pronto a provarci. Ma prima di smettere tornerò al Chievo”

03.12.2017 | 11:41

Lo scorso 31 agosto vi anticipammo a sorpresa l’operazione che ha portato Roberto Inglese al Napoli, con effetti a partire dall’1 luglio 2018: cotta e mangiata nel giro di qualche ora. Com’è noto, dopo l’infortunio di Milik, si potrebbero anticipare i tempi con l’attaccante in forza al Chievo che già a gennaio potrebbe raggiungere le pendici del Vesuvio. E a La Gazzetta dello Sport Inglese ha rilasciato un’ampia intervista della quale vi riportiamo lo stralcio più significativo: “Il mio Napoli è iniziato correndo in sede al Chievo alle 7 di sera, il mercato chiudeva alle 11 e bisognava fare in fretta. Dal giorno dopo non ci ho pensato più, sono stato bravo. Il mio segreto? Solo lavoro, come a Carpi, e credo che Giuntoli abbia scommesso un po’ su quello. La gente la fa facile: ‘Lì ti mettono la palla sui piedi, vedrai’, ma devi saperti allenare con loro. Quando mi sono allenato con Insigne in Nazionale, ho capito un po’ di cose. Lì c’è un’orchestra e se stoni tu, stona tutta la musica: stop e passaggio in 11 allo stesso modo e per questo ti rubano il tempo. Per vedere quel calcio lì accendi solo quando c’è il Napoli o il City. Ci saprò stare? Non so, devo trovarmici per giudicare. Sono pronto a provarci, poi prenderò atto. Con coraggio e serenità. Prima di studiarlo avevo ascoltato l’inno Champions un milione di volte. È più forte di me, la sento e alzo il volume della tv. Una sera l’ho fatto che c’era Elena, la mia fidanzata e lei: “Cosa sai di questa musica?. Niente, ovviamente adesso tutto. Inno composto da Britten, testo in inglese, francese e tedesco, controcanto nella lingua del paese ospitante quando c’è la finale. Sì che ci penso: sentirla in campo dev’essere esagerato. Al San Paolo? Con l’urlo The Champions tremano i quartieri vicini, no? La prossima settimana tiferò molto Napoli. E anche City. Il Chievo? Una famiglia, prima di smettere mi piacerà tornare. Sarà il mio grazie: per avermi fatto crescere. Mi sono sentito da Serie A alla fine del campionato scorso: doppia cifra senza giocare sempre. A 25 anni, zero fretta di saperlo prima”.

 

 

Foto: sito ufficiale Chievo