Inter, le colpe di De Boer. E quelle di chi va in campo, superiori perché…
24.10.2016 | 00:25
Noi pensiamo da sempre che cambiare un allenatore ogni due mesi sia la situazione peggiore possibile. A maggior ragione se lo facesse l’Inter che ha l’aggravante di aver allontanato Mancini una settimana prima di Ferragosto, non a metà luglio. Ora, si capisce da centomila chilometri di distanza, De Boer sta vivendo una situazione complicatissima. E’ un pesce fuori dall’acqua, difficile ambientarsi in un calcio diverso dal suo, la sensazione – più di una sensazione – è che parli una lingua diversa rispetto alla squadra. Cosa dovrebbe fare la società? Sostenerlo, almeno fino alla prossima sosta, noi la pensiamo così. Anche se è sotto la lente d’ingrandimento già dai giorni precedenti alla gara con la Juve. Ha ragione Ausilio quando dice che De Boer non ha avuto una grande accoglienza in Italia. Ma Ausilio sa che De Boer non è Mancini, che avrà crediti mediatici eterni. E sa soprattutto che prestazioni come quella di Bergamo non aiutano, ma peggiorano il panorama. Il tecnico olandese ha colpe innegabili, ma molti giocatori che spesso fanno le belle statuine e che non si prendono certe responsabilità ne hanno di più. Come se cercassero alibi e come se avessero individuato in De Boer il principale capro espiratorio. E l’Inter ha intanto il dovere di uscire da questo grande equivoco.
Foto: Twitter Inter