IO SARRI, TU NAPOLE’
10.01.2016 | 23:55
Io sono Maurizio Sarri, campione d’inverno con il Napoli. Anzi, Napolè. Conterà poco per voi, per noi, per tutti. Ma conterà molto per me, anche se non vi regalerò titoli roboanti a nove colonne. Non rientra nel mio stile o nel mio modus vivendi. Io i giornali non li leggo, non guardo lo tv, spengo le radio. Non snobbo, semplicemente non ho tempo: ho il calcio in testa, soltanto quello, i movimenti e le diagonali. Sono sempre me stesso, non mi snaturo di sicuro. Sono quello che lo scorso settembre qualche fuciliere scelto aveva già fatto fuori. Qualche “amico” del Napoli aveva sentenziato: l’allenatore non arriverà al panettone, anzi a fine ottobre. Ho mangiato di gusto.
Io sono Maurizio Sarri, il panettone l’ho mangiato. E oggi stappo una bottiglia per festeggiare il compleanno numero 57 che coincide con il famoso titolo di campione d’inverno. Ma io non sento freddo, mai vi dirò che lotteremo per lo scudetto, anche se questa è l’evidenza dei fatti. Però, vi ho anche raccontato che in Toscana ogni tanto bestemmiamo. E se vi ho detto che parlare di scudetto sarebbe una bestemmia, beh ogni tanto può starci… Amen.
Io sono Maurizio Sarri, tu Napolè. Eppure ho letto altro, non soltanto che difficilmente avrei mangiato il panettone. Ho letto che Higuain aveva voglia di andar via, che Insigne sarebbe stato pigro, che Hysaj non sarebbe stato all’altezza, che Jorginho sarebbe stato uno scarto, che Koulibaly avremmo dovuto cederlo, che Hamsik andava ceduto perché non avrebbe fatto la differenza. Ora chi ha raccontato quelle fregnacce (scusi, presidente) mi chiama Maestro, scrive che sono un Maestro, cavalca l’onda. Bene, sono abituato.
Io sono Maurizio Sarri, tu Napolè. Ho fatto talmente tanta di quella gavetta che di nulla mi preoccupo. Mi hanno detto che sarei emozionato per questo grande traguardo raggiunto. Mi viene da ridere perché nulla abbiamo vinto e nulla abbiamo fatto. Il presidente mi ha regalato vino pregiato per brindare ai 57 anni, mi verrà da pensare a tutti quelli che già mi avevamo fatto fuori e che ora mi fanno gli inchini, non riescono a trovare gli aggettivi giusti tanto sono iperbolici e roboanti. Mi scappa da ridere…
Io sono Maurizio Sarri, tu Napolè. So di aver dato una grande gioia alla gente, ma so anche che devo dargliela a maggio. Quale gioia? Fate voi, non possiamo bestemmiare ancora. Vado a bere quel Sangiovese misto ad altre prelibatezze, omaggio del presidente. Mi ubriacherò? No, voglio fare ubriacare la gente di Napoli. Al massimo fumerò qualche altra sigaretta, me la merito.
PS: il pezzo non è virgolettato, ma appartiene a un non troppo fantasioso colloquio con il lato più intimo di Sarri. Oggi non si trovano più carri liberi per celebrare l’allenatore che era stato “esonerato” da una buona parte dei mass media a fine settembre. Gli stessi che oggi, dal punto di vista satellitare, regionale, cittadino e non, devono sorridere, digerire, deglutire, ammiccare, fare finta di nulla. Beviamoci sopra: offri tu, Maurizio?
Foto: Twitter Napoli