ISCO MAGIC MOMENT: DA “GORDITO” A MATTATORE DEGLI AZZURRI
03.09.2017 | 10:15
Doveva un’impresa a tinte azzurre. Invece, la serata del Bernabeu, dove 35 anni fa l’Italia sollevava al cielo la sua terza Coppa del Mondo, si è presto trasformata in una vera e propria corrida. La Spagna di Lopetegui ha affossato l’undici di Ventura al termine di un match nel quale è emerso tutto il grande divario qualitativo tra le due rose: 3-0 il risultato finale, con gli azzurri che escono con le ossa rotte e mentalmente proiettati sugli spareggi di novembre (in attesa delle restanti tre gare del girone di qualificazione) per strappare il pass in vista del prossimo Mondiale di Russia 2018. Già, perché la sconfitta in terra iberica mette tre punti di distanza tra la capolista Spagna e l’Italia, con gli scontri diretti chiaramente a favore di Sergio Ramos & Co. La serata di Madrid ha regalato agli occhi degli spettatori di tutto il mondo una prestazione sontuosa di Isco, ogni aggettivo per descrivere la sua performance sarebbe superfluo. Il talento cristallino classe 1992 fa tutto: giocate d’alta classe, tunnel e sombrero ai danni di Verratti, assist al bacio. E poi una doppietta da urlo che stende la nazionale di Ventura dopo appena 40 minuti. Nel finale c’è spazio anche per la rete di Morata, inizialmente in panchina, entrato al 72′ e a segno 5 minuti più tardi per il gol del definitivo 3-0, ma la palma di man of the match spetta di diritto al fenomeno ex Malaga.
Francisco Román Alarcón Suárez nasce a Benalmadena il 21 aprile 1992. Mentre muoveva i primi calci da piccolo, tra le strade della sua città natale, il piccolo Isco era soprannominato il “Gordito” per via del fisico che non era certamente dei più atletici. Critiche di invidia, soffiate via ogni volta che prendeva tra i piedi un pallone e iniziava a dribblare chiunque gli passasse davanti nei campetti di periferia tra avversari più grandi e prestanti di lui. La sua avventura calcistica inizia nella cantera del Valencia, dove percorre tutte le trafile delle giovanili. Nel 2009 passa nella squadra riserve, dove gioca per due stagioni, collezionando 63 presenze e 24 gol. Debutta in prima squadra l’11 novembre 2012 contro il Logrones in Coppa del Re, mentre l’esordio in Champions League arriva pochi giorni dopo, il 24 novembre, nella partita vinta dal Valencia contro il Bursaspor. Nell’estate del 2011 lo sceicco del Malaga mette gli occhi sul giovane gioiellino spagnolo e decide di acquistarlo per una cifra vicina ai 6 milioni di euro. Un investimento importante, considerato il talento e le grandi potenzialità di Isco. Nella stagione 2011-2012, il classe ’92, con la nuova maglia del Malaga gioca con continuità, prendendo parte a 32 partite e mettendo a segno 5 reti. Nell’estate del 2013, però, arriva la chiamata della vita, quella del Real Madrid che mette sul piatto circa 30 milioni di euro per assicurarsi le sue prestazioni. L’arrivo nella capitale lo ha costretto ad un cambio di mentalità: Isco è passato da essere la stella della squadra a doversi giocare il posto da titolare ogni domenica. Quello che poteva offrire al Real era chiaro fin dall’inizio, ma per gli allenatori che si susseguirono sulla panchina merengue non era abbastanza a confronto di quello che davano i vari Di Maria, Cristiano Ronaldo, Benzema, Bale e James Rodriguez, che contendevano i diversi ruoli della trequarti offensiva madrilena. Pian piano però, a suon di brillanti prestazioni, Isco riesce a ritagliarsi sempre maggior spazio nell’undici blanco, per un totale di 191 presenze collezionate nei primi quattro anni con la maglia del Real, impreziosite da ben 33 reti. Numeri importanti per un calciatore che ha sempre dovuto sgomitare con fior fior di fenomeni per conquistarsi un posto da titolare. Per descrivere la carriera di Isco in quel di Madrid, basterebbe citare il suo palmares: 3 Champions League, 3 Supercoppa Europea, 2 Coppe del Mondo per club, una Liga, una Coppa e una Supercoppa di Spagna. Una bacheca da urlo, che innalza il nativo di Benalmadena tra i giocatori più vincenti dell’ultimo ventennio, e non solo.
Isco è un centrocampista offensivo di qualità, piccolo, agile e abilissimo nello stretto. Destro naturale, è dotato di qualità tecniche fuori dal comune: dribbling, giocate di classe e una capacità straordinaria nel leggere lo sviluppo dell’azione grazie alla sua incredibile intelligenza tattica (non a caso viene soprannominato “El Mago”). Il classe ’92 dispone di un piede vellutato con il quale distribuisce assist a profusione, possiede inoltre un ottimo dinamismo che gli consente di spaziare su tutto il fronte offensivo, tanto da venir impiegato sia come trequartista centrale, sia come esterno offensivo, dove riesce a eludere al meglio le marcature avversarie per poi accentrarsi e cercare la conclusione a rete. Nei mesi scorsi si è vociferato che il Manchester United lo scartò prima del suo passaggio al Real Madrid per “le dimensioni della sua testa”: qualcuno, dalle parti dell’Old Trafford, si starà ancora mangiando le mani… Spagna-Italia è stata una vera e propria lezione di calcio impartita da Isco: velocità di gioco, talento, dribbling, gol. Prima con una precisa punizione sopra la barriera al 13′, poi con un mancino chirurgico dal limite dell’area al 40′ che non lascia scampo a Buffon e che di fatto chiude la contesa già nella prima frazione. Alla fine, la standing ovation del suo Bernabeu è il meritato tributo di quel pubblico che ha fatto innamorare poco alla volta, passo dopo passo, dribbling dopo dribbling. E ora, Spagna e Real si godono in magic moment di Francisco Román Alarcón Suárez, in arte Isco, trasformatosi da “Gordito” a mattatore degli azzurri.
Foto: sefutbol.com