Iuliano-Ronaldo, il 5 maggio e ora la Juve si gioca lo scudetto: l’Inter sogna lo sgambetto-vendetta

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V per vendetta, quella che sognano i tifosi nerazzurri in vista del derby d'Italia. Superfluo sottolineare come Inter-Juve mai potrà essere una partita come tutte le altre: rivalità sempiterna, ulteriormente avvelenata  dalle scorie di Calciopoli, tra condanne, prescrizioni e cicli vincenti. Analizzando la grande sfida in chiave storica, relativamente all’epoca recente due sono stati gli incroci (il secondo dei quali indiretto) che hanno segnato maggiormente il dualismo. Proprio ieri è stato celebrato il ventennale del contatto più famigerato di sempre, quello tra Iuliano e Ronaldo in area di rigore (al minuto 70, sul parziale di 1-0 per la Juve) non sanzionato nel 1998 dall’arbitro Ceccarini, che anche negli anni successivi difese la sua scelta. Sull’immediato capovolgimento di fronte venne invece concesso un penalty ai padroni di casa, che Del Piero poi si fece parare da Pagliuca. Reazioni furibonde in casa Inter, con Gigi Simoni in campo e poi successivamente espulso, come il suo Zé Elias nel finale. Il risultato non cambiò più e la magia dello stesso Alex nel primo tempo consentì ai bianconeri di allungare a più 4, a tre sole giornate dal termine del campionato, poi vinto da Madama con un margine di 5 punti. Quella partita integrò la madre di tutte le polemiche, dal momento che se i milanesi avessero pareggiato, a 20 minuti dal termine, tutto sarebbe tornato in discussione, assodato che le due squadre si erano presentate all’appuntamento separate da una sola lunghezza.



Dopodiché, come non citare il 5 maggio del 2002, quando Gresko e Poborsky oscurarono Manzoni. Declinando al tempo presente, la Beneamata arriva all’ultima giornata in testa alla classifica, con 1 punto di vantaggio sulla Juventus e 2 sulla Roma. Per la capolista c’è un ultimo ostacolo da superare, prima di mettere le mani su quello scudetto che manca dal 1989, con i record firmati Trap: la Lazio di Zaccheroni, in lotta con il Bologna per un posto in Coppa Uefa che alla fine conquisterà grazie alla contestuale sconfitta dei felsinei a Brescia. L’Olimpico, però, anziché tifare come dovrebbe per Nesta e compagni, si schiera a favore dell’Inter: non solo lo storico gemellaggio, la gran parte dei supporters di fede biancoceleste teme che il tricolore possa finire altrove, a Torino o - peggio ancora - sulla maglia dei cugini giallorossi per il secondo anno di fila. Le cose sembrano mettersi bene per gli ospiti, che passano in vantaggio dopo 12’ con un tap-in di Vieri su errore di Peruzzi susseguente a calcio d’angolo. Otto minuti dopo però i capitolini pareggiano con Poborsky, che capitalizza l’azione orchestrata sull’asse Fiore-Stankovic e poi esulta polemicamente nei confronti della curva nord ammutolita. Ma dopo altri 4 giri di lancette Gigi Di Biagio anticipa tutti di testa sul primo palo, su corner di Recoba, e riporta avanti la banda di Cuper. La Lazio non demorde: al tramonto del primo tempo secondo sigillo personale di Poborsky, che sfrutta l’errato disimpegno del modesto Gresko e fredda sotto misura Toldo. Ad inizio ripresa Paparesta grazia l’Inter, sorvolando su un fallo da ultimo uomo di Cordoba su Simone Inzaghi, ma all’11’ si concretizza il sorpasso: sulla punizione di Fiore uno dei tanti ex della contesa, il Cholo Simeone, salta più in alto di tutti e realizza il 3-2. Lo psicodramma nerazzurro ha inizio, per esplodere definitivamente con l’ennesima capocciata vincente del pomeriggio, quella dell’attuale tecnico biancoceleste Simone Inzaghi che sfrutta l’assist di Cesar per inchiodare - con la difesa ospite impegnata a giocare alle belle statuine - il definitivo 4-2. Al triplice fischio a Udine esplode la festa Juve, Del Piero e Trezeguet avevano tranquillizzato Lippi nei primi 20 minuti. Le telecamere romane indugiano su Moratti impietrito in tribuna: una disfatta totale, con MaterazziZanetti e tutta l’Inter in lacrime dopo che Ronaldo aveva aperto la valle all’atto della sostituzione.

Alla luce di tutto ciò e per quanto poi il Biscione, grazie agli effetti di Calciopoli, abbia vissuto il lungo ciclo vincente culminato nel Triplete del 2010, per tutti i tifosi nerazzurri questo Inter-Juve rappresenta la migliore occasione per rendere pan per focaccia agli acerrimi rivali: se la Juve non vincesse a San Siro, al Napoli basterebbe espugnare Firenze per mettere la freccia tricolore e lanciarsi verso la conquista dello scudetto.



Jody Colletti



Foto: Eurosport-Ingrum.pw