IVANOVIC, L’UOMO DAI GOL PESANTI
18.02.2015 | 10:30
Ieri sera è ripartita la Champions League, con la disputa delle gare d’andata dei primi due ottavi di finale. Il Bayern Monaco non è riuscito a sfondare il muro eretto dallo Shakhtar Donetsk, fra tre settimane dovrà obbligatoriamente vincere contro la banda Lucescu all’Allianz Arena, impresa non tra le più difficili.
Numeri alla mano, ancor meglio è messo il Chelsea che in trasferta ha parimenti pareggiato, sì, ma realizzando una rete, importantissima, al Parco dei Principi. Per carità, il Paris Saint-Germain sulla carta potrebbe anche ribaltare la contesa a Stamford Bridge, non bisogna certo ricamare sull’organico di primo livello a disposizione di Laurent Blanc. Tuttavia il fattore Mou fa pendere ancor di più l’ago della bilancia dalla parte dei londinesi: il condottiero portoghese è Special soprattutto in Champions, otto semifinali di fila non si centrano per caso.
E il nostro personaggio del giorno è proprio Branislav Ivanovic, l’uomo dai gol pesanti (il penultimo è valso la qualificazione alla finale di Coppa di Lega ai danni del Liverpool) che ieri sera ha trafitto Sirigu con un’incornata sotto misura a coronamento di un’azione curiosamente confezionata da altri due compagni di reparto: John Terry, che ha scodellato il pallone dalla sinistra, e Gary Cahill, che ha allungato la traiettoria con un colpo di tacco degno dell’Ibra rimasto a secco contro il tecnico che lo guidò nel suo ultimo anno interista.
Branislav nasce a Sremska Mitrovica, in Serbia, il 22 febbraio del 1984 e calcisticamente muove i primi passi in patria, tra le file di Remont Čačak e FK Srem, prima di approdare al più quotato OFK Belgrado, dove si mette in mostra al punto da guadagnarsi la chiamata della Lokomotiv Mosca, che nel gennaio del 2006 lo porta all’ombra del Cremlino. Lo specialista dell’Est colloca in bacheca una Coppa di Russia, confermando pienamente le sue qualità, ed esattamente due anni dopo viene messo sotto contratto dalla società di Roman Abramovich, che scuce 13 milioni di euro per assicurarsi le sue prestazioni.
Sulle rive del Tamigi il nazionale serbo (76 apparizioni e 8 gol) vince praticamente tutto: 1 Premier League, 3 Coppe d’Inghilterra, 1 Community Shield, 1 Champions League e l’Europa League del 2013 levata al cielo di Amsterdam grazie ad un altro suo stacco imperioso, al minuto 93, per la disperazione del Benfica. Dopo un avvio complicato, in totale sono 302 le presenze accumulate nelle varie competizioni dal quasi trentunenne difensore con la casacca del Chelsea, addirittura 30 le reti all’attivo (10 in Europa): mica male per un calciatore nato centrale ma da tempo stabilmente dirottato sulla fascia.
Tralasciando le prodezze sul campo, poco meno di due anni fa, come ricorderete, il terzino balzò agli onori della cronaca per il morso rifilatogli da quello stesso Luis Suarez che poi pensò bene di ripetersi anche ai danni di Giorgio Chiellini all’ultimo Mondiale. Ironia della sorte, la scorsa settimana Ivanovic era stato accusato, a sua volta, di aver addentato il centrocampista dell’Everton James McCarthy, ma la Football Association, quando già oltre Manica si parlava di virus contagioso, ha deciso di non procedere poiché le immagini non sono riuscite a fornire certezze.
Dall’alto dei suoi 188 cm d’altezza (per 86 kg), Branislav è uno dei migliori interpreti a livello mondiale della Linea Maginot, difficile trovargli un vero tallone d’Achille: eccellente nel gioco aereo, preciso negli anticipi, pulito in marcatura e abilissimo in fase di spinta, nel continuo gioco di sovrapposizioni. Ancora per diversi anni sarà protagonista ai livelli più alti, ma José Mourinho al più presto dovrà mobilitarsi per il suo rinnovo: un elemento del suo calibro in scadenza nel 2016 rappresenta quasi un nonsense.
Foto: uefa.com