Jacobs, il tecnico che ha lanciato Lukaku: “La sua umanità mi ha colpito. Futuro? Non ha bisogno di sfide esterne”

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Ariel Jacobs, ex tecnico dell'Anderlecht è stato colui che ha lanciato Romelu Lukaku nel grande calcio. Lì in Belgio, Lukaku si è messo in mostra ricevendo poi l'offerta dall'Inghilterra che ha svoltato la sua carriera. Jacobs ha parlato di Lukaku alla Gazzetta dello Sport: "Come faccio a descriverlo a parole? Ho un ricordo bellissimo di Romelu, ho una stima infinita per il giocatore ma soprattutto per la persona. Si è prima esseri umani, poi calciatori. La sua umanità è stata la qualità che più ho apprezzato e speravo che gli permettesse di arrivare in alto. Era paziente, apriva occhi e orecchie, capiva sempre cosa stava accadendo intorno a lui. Ha avuto sempre un’enorme voglia di imparare”.   Sulle critiche: "Ne ha ricevute molte, in Inghilterra ma anche in Belgio: è successo anche di recente, con la maglia della nazionale. Ma un’altra sua enorme qualità è che non reagisce mai alle critiche: risponde con le prestazioni in campo. Quando era all’Anderlecht, la gente non era soddisfatta nemmeno quando faceva gol: volevano sempre di più. Sa, in una squadra ognuno ha il suo ruolo: il portiere para, i difensori difendono, i centrocampisti lavorano e creano, gli attaccanti segnano. Lui segna ed è importantissimo, ma per molto tempo qua in Belgio ci siamo concentrati sul resto. Per fortuna, da quando è all’Inter anche in Belgio è aumentata la considerazione che si ha di lui”.   Sulla coppia con Lautaro: "Conte li ha messi vicini, li ha fatti lavorare bene insieme. Romelu ha bisogno di sentire la fiducia da parte dell’allenatore, ma anche dei compagni: si vede chiaramente, quando segnano lui o Lautaro, che tra i due c’è un legame fortissimo. Conte? Un attaccante come Lukaku ha bisogno di sentirsi importante e all’Inter è successo grazie a Conte: gli ha parlato tanto e l’ha fatto sentire centrale. È stato un inizio decisivo: ha creduto in lui e l’ha convinto andare da lui”.   Sul futuro di Lukaku: "Non è il tipo di ragazzo che ha bisogno di ulteriori sfide esterne. È perennemente in sfida con se stesso. Per esempio, tornando alle critiche: nelle sue parole non sentirai mai che vuole vincere per prendersi una rivincita nei confronti di chi se la prendeva con lui. Penso che il primo obiettivo sarà fare bene in Champions League e vedere che risultati può raggiungere, oltre a vincere ancora lo scudetto. Sì, gli ho mandato un messaggio dopo lo scudetto ma a dire il vero non mi ha risposto… È normale, starà ancora festeggiando. Durante la stagione ci siamo sentiti con regolarità. È veramente felice a Milano e l’ho sentito molto motivato a cercare il titolo: non posso dire che fosse un’ossessione, ma è sempre stato il suo grande obiettivo. Dalla sua voce, fin dall’inizio dell’anno, si capiva che ci credeva per davvero”.   Foto: Twitter Inter