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JANNE ANDERSSON, IL NUOVO RE DI SVEZIA

14.11.2017 | 10:35

L’Italia del calcio e non solo ha vissuto ieri sera una della pagine più nere della sua storia. Gli azzurri, per la prima volta dopo 60 anni, non accedono alla fase finale del campionato del Mondo. Non accadeva dal 1958 e si tratta complessivamente della terza volta (nel 1930 il primo scivolone). A staccare il pass per la Russia, al posto della nostra Nazionale, è stata la Svezia. La squadra allenata da Jan Andersson, vincendo 1-0 all’andata e difendendo il risultato con i denti nella gara di ritorno (0-0 il finale), centra la sua dodicesima qualificazione. Al 90′ San Siro è ammutolito, i tifosi svedesi possono esultare per l’impresa compiuta senza l’apporto della stella Zlatan Ibrahimovic. I meriti vanno sicuramente ben distribuiti, ma il vero artefice di questo miracolo sportivo è sicuramente il commissario tecnico Andersson. Un allenatore carismatico, pragmatico e meticoloso che, con poche semplici mosse, è riuscito ad avere la meglio sull’Italia nel doppio confronto previsto dai playoff. Il percorso degli scandinavi, secondi alle spalle della Francia durante la fase a gironi (Gruppo A), è iniziato soltanto dopo l’Europeo del 2016, ma ha portato immediatamente i frutti sperati. Andersson, per la prima volta nel ruolo di selezionatore, può gioire e godersi il momento conscio di aver scritto la storia del suo Paese. Nato ad Halmstad, il 29 settembre del 1962, inizia a giocare a calcio, senza lasciare particolarmente il segno, diventando comunque il miglior marcatore dell’Alets IK, squadra in cui ha sempre militato eccezion fatta per due stagioni. Conclusa la carriera da calciatore e da attaccante, nel 1993 con il Laholms FK, Andersson decide di intraprendere una nuova avventura professionale e studia per poter diventare allenatore.

La sua prima panchina è proprio quella dell’Alets IK, dove ci resta per un anno e successivamente viene nominato assistente di Stuart Baxter all’Halmstads BK, club della sua città natale. Dopo due annate, scende in Division 3 e prende le redini del Laholms FK, formazione che guida per 7 anni prima di fare ritorno nuovamente all’Halmstads BK, sempre nel ruolo di vice, di Tom Prahl prima e di Jonas Thern poi. Nel 2003, però, la dirigenza gli affida ufficialmente la panchina e Andersson conquista un secondo posto in classifica, a due punti di distanza dal Malmö FF. Al termine della stessa stagione, Andersson viene nominato allenatore svedese dell’anno. Nel 2009 ottiene un deludente tredicesimo posto e rassegna le proprie dimissioni. Nella stagione 2010-2011 accetta la chiamata dell’Örgryte, compagine appena retrocessa in Superettan, secondo livello professionistico del campionato svedese. Al termine del campionato, tuttavia, lascia l’incarico anche a causa della delicata situazione finanziaria del club. Nell’annata successiva siede sulla panchina dell’IFK Norrköping e raggiunge un importante quinto posto, piazzamento che il club non otteneva dal lontano 1999. Nel 2015, invece, guida i suoi all’incredibile vittoria dell’Allsvenskan, traguardo che mancava dal 1989. Il titolo di campione di Svezia gli consente di diventare anche il miglior allenatore dell’anno. Resta sulla panchina dei Peking anche nell’annata successiva, ma nell’aprile del 2016 giunge l’inattesa quanto gratificante chiamata da parte della Federazione svedese che, dopo l’Europeo in Francia, intende affidare a lui la Nazionale. Andersson, puntualmente, subentra nel ruolo di commissario tecnico a Erik Hamrén e inizia un percorso di crescita con l’obiettivo di centrare la qualificazione al Mondiale di Russia 2018. Nel girone della Svezia, esattamente il gruppo A, sono presenti anche Francia e Olanda, ma gli scandinavi dimostrano grande carattere e un’incommensurabile intraprendenza riuscendo a piazzarsi al secondo posto, a quota 19, davanti all’Olanda e dietro soltanto ai favoriti transalpini. La selezione gialloblu dovrà disputare il playoff e l’urna di Zurigo pesca l’Italia, Nazionale storicamente blasonata e sulla carta nettamente favorita. “La storia non scende in campo”, queste le dichiarazioni rilasciate da Andersson pochi giorni dopo gli abbinamenti per lo spareggio. Parole quasi profetiche che, visto l’esito finale, danno ampiamente ragione al ct svedese. Jan Olof Andersson, detto anche “Janne”, scrive la storia, elimina gli azzurri e vola in Russia. Traguardo che gli permetterà di ricevere, almeno in maniera goliardica, il titolo di nuovo Re di Svezia. Chissà se Carlo XVI Gustavo, attuale sovrano, in questi giorni non possa farci un pensierino e abdicare…

Foto: SVT.se