Jolly: Daniel Bessa, il talento moderno in cabina di regia

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Ai tempi della vincente Primavera interista targata Stramaccioni aveva brillato per talento e personalità, purtroppo alcuni gravi infortuni hanno poi rallentato l'ascesa di Daniel Bessa nel calcio che conta. Dopo numerosi prestiti in giro per l'Europa senza poter lasciare il segno, l'Inter ha mantenuto la proprietà del suo cartellino, ma optando per la maturazione in Italia.



A 21 anni il talento pescato dai neroazzurri nell'Atletico Paranaense riuscì finalmente a trovare continuità d'impiego, mettendosi definitivamente alle spalle il calvario fisico che sembrava non dargli tregua. A Bologna ha iniziato a confermare le grandi aspettative risalenti alla Primavera, non era complicato notare il suo bagaglio tecnico, la tranquillità nella gestione del pallone, la personalità nel fornire un contributo prezioso in cabina di regia, non facendo mai venire meno il sostegno al compagno in difficoltà.



26 presenze in una formazione che, seppure faticando più del dovuto, ha raggiunto l'obiettivo promozione rappresentavano un ottimo biglietto da visita per proseguire al meglio il percorso di crescita. Nell'anno seguente non è rimasto travolto dalla tormentata annata del Como, terminata con la retrocessione in Lega Pro, meritandosi il posto da titolare nelle varie gestioni tecniche sulla panchina dei lariani. Una luce di talento, forte carattere e saggezza tattica costantemente accesa, con un feeling in zona realizzativa andato in crescendo.



In estate l'Inter ha dato il placet al prestito con obbligo di riscatto al Verona, una decisione inaspettata, un potenziale affare per i gialloblu che stanno raccogliendo sul campo i frutti di un'operazione lungimirante. Il centrocampista nativo di San Paolo ha conquistato a tempo di record un posto inamovibile in cabina di regia, risultando un elemento imprescindibile nella formazione guidata da Fabio Pecchia, nella quale a livello di collettivo è spesso venuta a mancare la continuità per qualità di gioco espressa e identità tattica.

La presenza di Daniel Bessa nel cuore della manovra ha rappresentato puro ossigeno, una manna dal cielo, ci ritroviamo dinanzi ad un classe '93 in grado di giocare con la calma e l'esperienza del veterano, con il talento brasiliano e la duttilità tattica nostrana, un mix di verticalizzazioni e lavoro sporco, trasformatosi in breve tempo in un'autentica ancora di salvezza per l'Hellas, oltre alla valanga di goal di Giampaolo Pazzini, il lusso per la categoria. Ecco cosa viene richiesto solitamente ad un centrocampista moderno: visione di gioco, abilità nel possesso palla, predisposizione al sacrificio in copertura e feeling con il goal. In poche parole abbiamo presentato Daniel Bessa.

Se le sue doti tecniche e l'importanza tattica per il collettivo dovessero ancora passare tra l'indifferenza di qualcuno, risulta impossibile non rivolgere l'attenzione ai suoi goal, sempre pesanti, sempre di ottima fattura. Ci ha pensato una sua staffilata da fuori, il sesto sigillo in stagione, a sbloccare il risultato contro il Cittadella, mettendo in discesa una gara complicata e spingendo l'Hellas ad una vittoria attesa ormai da troppo tempo. 24 anni e non dimostrarli. Per rendersi conto dello spessore di questo profilo brasiliano naturalizzato italiano basta osservare i suoi movimenti e indicazioni in campo, l'attenzione e la stima ricevuta dai compagni, la massima fiducia del tecnico, l'innata leadership a prescindere dal possesso palla.

Quel giovane pescato dall'Inter in Brasile nell'ormai lontano 2008 merita un presente ricco di soddisfazioni e un futuro lungimirante. Se la sfortuna non si metterà più di traverso, a breve avremo modo di ammirarlo in un ruolo da protagonista anche nel massimo palcoscenico.

Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net