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Jolly: Daniele Mannini, un vero pilastro di Pisa

26.10.2016 | 23:59

Bandiera, uomo simbolo, l’elemento più rappresentativo, l’emblema del giocatore esperto che ritorna negli ultimi anni di carriera nella squadra della città nativa, andando nuovamente ad indossare la casacca della prima squadra di livello che da ragazzo gli diede fiducia.

Nella storia del nostro calcio abbiamo assistito a frequenti casi simili, ma molto raramente si è avuto modo di toccare con mano esempi di così elevata professionalità, attaccamento alla maglia e leadership. Quando decise di far ritorno in pianta stabile a Pisa, sicuramente Daniele Mannini sognava di riportare un giorno i neroazzurri in cadetteria, ma difficilmente poteva immaginare di ritrovarsi dinanzi ad una situazione societaria così precaria.

Con il pareggio ottenuto sul campo del Latina i toscani hanno raggiunto quota 13 punti, tanta roba anche in considerazione del mercato bloccato per buona parte della sessione estiva, del periodo senza Gattuso in panchina e in primis di un caos societario che spesso ha superato il limite dell’incredibile, con ritardi nei pagamenti, le prime gare casalinghe disputate lontano da Pisa e con continue problematiche nella quotidianità ordinaria.

Pochi i giocatori che hanno deciso di cercare fortuna altrove durante la confusione estiva, buona parte del merito va attribuita all’indiscusso carisma e grande spirito di gruppo di mister Gattuso, ma non va scordato il ruolo dei veterani dello spogliatoio, sempre in prima fila a mantenere compatta la rosa, ad aiutare i compagni più giovani a non perdere il bandolo della matassa. Daniele Mannini ha assunto un ruolo fondamentale negli equilibri dello spogliatoio, nei rapporti con una tifoseria che non ha mai fatto mancare la fede incondizionata nei confronti della propria amata.

Il goal realizzato al Francioni ha avuto il sapore della liberazione, un’occasione per scaricare la rabbia agonistica, la frustrazione, mostrare al mondo intero la voglia di non arrendersi mai, la determinazione nell’aiutare il Pisa e la città di Pisa a ritrovare la luce in fondo al tunnel, tutti insieme, nessuno escluso. I toscani arrivavano da due sconfitte interne consecutive con nessun goal all’attivo, gli stipendi arretrati pagati dopo mesi di ritardo ai tesserati avevano tappato provvisoriamente un’enorme falla pronta a riaprirsi nel breve termine. Qualche media aveva fatto riferimento al fatto che il Pisa potesse aver già sfruttato al massimo ad inizio campionato la voglia di reagire alle difficoltà quotidiane e si ritrovasse adesso a fare i conti con le proprie lacune a livello tecnico e fisico.

Quanto accaduto a Latina dimostra l’esatto contrario, nessuno ha la minima intenzione di compiere nemmeno un minimo passo all’indietro, la situazione resta drammatica come emerso più volte dalle dichiarazioni dello staff tecnico, ma tutti i componenti della panchina e chiunque scenda in campo faranno il massimo dal primo all’ultimo giorno. Per raggiungere un obiettivo simile risulta vitale poter contare su Uomini veri, professionisti esemplari, giocatori d’altri tempi davvero attaccati ad una maglia, una piazza, una storia, leader dentro e fuori dal campo, sempre a completa disposizione del tecnico andando a ricoprire qualsiasi ruolo in base alle esigenze della squadra.

Abbiamo elencato in toto le qualità di Daniele Mannini. Esterno alto, mezzala, terzino all’occorrenza, una fascia corsa e ripercorsa in un’infinità di occasioni e il vizio del goal, una caratteristica mai persa nonostante alcuni anni bui dopo il trasferimento all’ambizioso Napoli e l’esperienza ricca di alti e bassi alla Sampdoria. Aveva faticato a ritrovarsi, alcune stagioni ben al di sotto delle proprie potenzialità, problemi fisici e in parte una perduta consapevolezza dei propri mezzi, di conseguenza cifre irrisorie per i suoi trasferimenti. Nella sua città si è ritrovato, a Pisa ha riprovato emozioni uniche, speciali, è riuscito a tornare il Mannini al top della carriera.

Il goal realizzato a Latina fa comprendere a chiunque quanto sia fondamentale avere tra le proprie fila un jolly di tale portata, se poi la duttilità tattica viene accompagnata come in questo caso da senso d’appartenenza e spalle larghe per assumersi importanti responsabilità allora è naturale trovarsi già a metà del cammino.

Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net