Ben conosciamo il calcio italiano, a meno di fenomeni la tendenza consiste nel mandare i giovani promettenti a farsi le ossa nelle categorie inferiori, spesso e volentieri per un elevato numero di anni, talvolta senza nemmeno ragionare con attenzione sull'utilità della destinazione, finendo per ignorare interessanti elementi in prospettiva, oppure complicare involontariamente gli step di miglioramento nel corso di una carriera.
Si parlava un gran bene di Danilo Soddimo ai tempi blucerchiati di Novellino tanto da debuttare giovanissimo in prima squadra, poi ha avuto inizio il girovagare per l'Italia, un alternarsi di esperienze positive e parentesi non esaltanti fino ad arrivare al Pescara, dove ha contributo da protagonista all'ascesa del club abruzzese. Incomprensioni tattiche, alta concorrenza, qualche passo indietro compiuto, finchè nella carriera del ragazzo nato nella capitale è avvenuto il trasferimento al Frosinone.
In Ciociaria ha trovato la tanto agognata continuità d'impiego, il rendimento ha toccato punti assai elevati, ha indossato le vesti del protagonista, diventando uno dei grandi artefici della storica cavalcata del Frosinone dalla Lega Pro alla massima serie, cullando peraltro, per buona parte della scorsa stagione, anche il sogno salvezza. Duttilità tattica, dinamismo, abnegazione, senso d'appartenenza, Danilo Soddimo rappresenta ormai un tassello imprescindibile nel mosaico gialloblu. Possono cambiare allenatori, moduli e alcuni rappresentanti della vecchia guardia, poco cambia, la squadra e la città di Frosinone sono ben consapevoli di trovarsi in una botte di ferro finchè potranno contare su uomini, professionisti di tale caratura.
Nell'ultimo turno cadetto abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione se ce ne fosse stato ancora bisogno. In una gara ricca di insidie contro il temibile Ascoli capace di realizzare colpi grossi in trasferta contro compagini di prima fascia, i ciociari si sono assicurati l'intera posta in palio anche grazie alla strepitosa prestazione offerta da Soddimo, il quale, oltre al consueto supporto in termini di corsa e sostanza, ha scritto per ben due volte il proprio nome nel tabellino dei marcatori. Ogni allenatore vorrebbe poter contare su elementi così duttili tatticamente e disposti al sacrificio, qualsiasi giocatore ringrazierebbe se potesse far affidamento su un compagno pronto a venire in aiuto ogni qual volta si abbia a che fare con difficoltà e insidie puntualmente dietro l'angolo.
Un giocatore utile, completo, un esterno tipico del calcio moderno, un professionista impeccabile, un ragazzo dai sani principi, che fa della sensibilità uno dei suoi punti di forza. È stata emblematica la corsa per andare a dare un bacio al cugino costretto a combattere quotidianamente al di fuori di un campo da gioco. Nulla costruito a tavolino, bensì una manifestazione d'affetto naturale, spontanea, come avvenuto tempo fa con Alessandro Florenzi che ha voluto abbracciare la nonna presente sugli spalti in occasione di un goal. Fortunatamente nel calcio moderno ancora capitano episodi nei quali la pura passione per lo sport, l'amore nei confronti di un parente, la sensibilità, i valori umani prevalgono sul business, fatto di ingaggi, sponsor, bonus e lotte alle società per imporre trasferimenti con i tempi e i termini più convenienti per le proprie tasche.
A 29 anni Danilo Soddimo è entrato nella fase centrale della carriera, ha ancora tempo e modo per scrivere altre pagine indimenticabili, Frosinone costituisce il suo punto fermo, l'ambiente ideale per rendere al meglio, ma, dinanzi ad un ragazzo simile, è giusto augurare che il treno con destinazione il grande calcio possa passare per un'ultima volta. Sarebbe il premio per uno di quei tanti ragazzi che non hanno santi in paradiso, arrivano dalla dura e lunga gavetta e si fanno trascinare da quella carica interiore che contraddistingue chi si è fatto da solo e crede da sempre nei valori più genuini dello sport e della vita.
Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net