Jolly: Federico Bonazzoli, un talento padrone del proprio destino
29.09.2016 | 15:50
Non è semplice crescere, affermarsi e confermarsi nel grande calcio quando fin dai tempi delle giovanili le aspettative sono elevate e si perde il conto dei paragoni, spesso e volentieri scomodi e pesanti. È normale registrare rendimenti altalenanti e prestazioni talvolta sotto tono nelle prime esperienze tra i professionisti, l’importante è restare con i piedi ben saldi per terra nei momenti di euforia, caratterizzati da ampi spazi sui quotidiani, e non gettare il morale sotto i piedi quando nulla pare girare nel verso giusto.
È pura consuetudine nostrana far passare continuamente i giovani dalle stelle alle stalle e viceversa, senza equilibrio né razionalità, l’Italia calcistica non è abituata ad attendere, a tempo di record tende a portare in trionfo, o a bruciare i protagonisti del terreno di gioco, in particolare se sono ragazzi ai primi passi nel calcio dei grandi. Un emblematico esempio è rappresentato da Federico Bonazzoli, uno dei più promettenti talenti usciti recentemente dalla Primavera interista. Goal, assist, giocate di grande classe, un talento da campioncino, stoffa da leader. Ci ha puntato forte la Sampdoria con un investimento importante superiore ai 4 milioni di euro nel gennaio 2015, con i neroazzurri pronti a mantenere il diritto di ricompra per non perdere definitivamente la possibilità di riportare a casa un autentico talento.
Inevitabile riscontrare difficoltà nei primi mesi in blucerchiato, poche presenze, minutaggio spesso limitato agli ultimi spezzoni di gara, assai arduo lasciare il segno. Nel mercato invernale giusta la scelta di proseguire il processo di maturazione scendendo di categoria, mettendosi alla prova nel duro campionato cadetto, il miglior habitat possibile per un giovane alla ricerca della conferma e del definitivo salto di qualità. Probabilmente a Lanciano si aspettavano un rendimento più costante e incisivo dal ragazzo, ma le difficoltà societarie vissute dagli abruzzesi e la coppia già collaudata Ferrari – Marilungo l’hanno portato ad un rendimento non continuo. Qualche prova convincente, un goal da cineteca, ma al tempo stesso alcune prestazioni sotto tono che non l’hanno portato a recitare un ruolo da protagonista.
In estate la decisione di partire fin dall’estate in una compagine cadetta, stavolta il Brescia targato Brocchi, una delle formazioni che con maggiore decisione hanno sposato in pieno il progetto giovani. Federico Bonazzoli deve giocarsi al meglio tale opportunità, affinchè il suo talento venga messo con continuità a disposizione della squadra e lasci il segno esattamente come gli enormi mezzi tecnici gli consentirebbero. Il goal realizzato al Tombolato, che ha spianato la strada al prestigioso successo esterno delle Rondinelle e costretto la capolista a punteggio pieno Cittadella al primo k.o., ha evidenziato il dna del grande attaccante; tecnica, senso della posizione, tempismo, equilibrio e freddezza.
Stiamo pur sempre parlando di un ragazzo di 19 anni, ma non riuscire ad incidere a Brescia complicherebbe le cose, si potrebbe correre il rischio di perdere ulteriormente terreno e iniziare a vedersi attaccata l’etichetta di promessa non mantenuta e di conseguenza veder ridurre il numero dei propri estimatori. Sembra un paradosso, ma in Italia funziona esattamente in questa maniera. Starà al ragazzo di proprietà della Sampdoria lanciare forti segnali in termini di continuità e personalità, facendo il massimo affinchè sia possibile conquistare, tramite sacrifici in ogni allenamento, il posto da titolare.
Le premesse sono ottime, non è roba di tutti i giorni poter contare su un tecnico messosi in luce nel settore giovanile del Milan, oltre a far affidamento sui consigli di un’autentica bandiera a Brescia del calibro dell’Airone Caracciolo. La concorrenza non manca, ma Federico Bonazzoli non deve limitarsi al ruolo di comparsa, ha tutto per meritarsi la copertina, dimostrare con i fatti di rientrare tra i migliori giovani della cadetteria, accorciando l’attesa verso il ritorno in pianta stabile nella massima serie. Soltanto in Italia si ha l’abitudine di mandare i talenti a farsi le ossa, talvolta per un’unica annata, per diverse stagioni nella gran parte dei casi, il ragazzo nativo di Manerbio ha la possibilità per distinguersi in positivo e trasformarsi in un’eccezione. Il destino è nelle sue mani.
Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net