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Jolly: Lucas Torreira, il piccolo gigante

23.11.2016 | 16:30

Non è possibile clonarlo, anche se in campo pare riesca a moltiplicarsi con il numero 34 sulla schiena. E’ alto 168 cm per 64 kg, sicuramente non colpisce per imponenza fisica, anche se nel cuore del centrocampo giganteggia. Gioca con la personalità del veterano, poi si guarda la sua carta d’identità e si scopre che lo scorso febbraio ha appena compiuto vent’anni. Bastano due minuti, i primi tocchi di palla gestiti con lungimiranza e saggezza tattica, a prescindere dall’avversario; il debutto casalingo in Tim Cup contro il Bassano è stato sufficiente per far capire come la Sampdoria non avrebbe potuto spendere in modo migliore 1,5 milioni di euro la scorsa estate per aggiudicarselo dal Pescara.

 

Ci stiamo riferendo a Lucas Torreira. In occasione della clamorosa vittoria ottenuta in rimonta nei minuti finali contro il Sassuolo, molti suoi compagni hanno avuto pubblicamente attestati di stima, cori e riconoscimenti dai media e tifosi. Da Luis Muriel, avvicinatosi sensibilmente alla definitiva consacrazione nel grande calcio, a Fabio Quagliarella, autentico leader e arrivato al traguardo della 100° marcatura realizzata nella massima serie. Come ci insegna però la compattezza di qualsiasi gruppo che si rispetti, si vince e si perde in 11, e mai come in questa Sampdoria ci si rende conto del vero significato di un qualcosa che sulla carta sembrerebbe soltanto una frase fatta.

 

Nell’estate 2015 la dirigenza blucerchiata rimase letteralmente colpita dalle qualità di quel giovanissimo uruguayano che dettava i tempi nel centrocampo del Pescara finalista play-off contro il Bologna, nonostante fosse approdato da pochissimo tempo in prima squadra grazie alla fiducia di Massimo Oddo che lo aveva precedentemente allenato in Primavera. Come dare torto alla Sampdoria, chiunque sarebbe rimasto stregato dalla qualità tecnica, il temperamento, la saggezza tattica, il dinamismo di un ragazzino che affronta qualsiasi avversario, qualunque gara con la personalità del veterano, la maturità del campione nel pieno della carriera.

 

La lungimiranza del club doriano è stata premiata, dopo un anno di ulteriore crescita grazie all’intelligente permanenza in prestito in quel di Pescara, la Sampdoria e mister Giampaolo si sono ritrovati un ragazzo cresciuto sotto ogni punto di vista, maturato e fortificato dall’esperienza di un’intera annata da titolare vissuta nell’ostico ed estenuante torneo cadetto, terminato peraltro con la meritata promozione del club abruzzese nella massima serie. Nel corso della scorsa stagione si è parlato pochissimo a livello nazionale di quel talentuoso uruguayano, emblematico esempio del centrocampista moderno, completo, tuttofare e in grado di far già la differenza ai massimi livelli.

 

Tutta manna per la formazione doriana, probabilmente in pochi perfino a Genova pensavano di ritrovarsi un ragazzo subito pronto per l’11 titolare come farebbe pensare l’importante investimento estivo effettuato per portare Luca Cigarini sotto la Lanterna, peraltro con un ingaggio importante e un contratto pluriennale. Nel cuore del centrocampo la Sampdoria brilla grazie allo straripante rendimento della mediana, in primis il numero 1 dei jolly, quel Lucas Torreira capace di conquistare alla prima presenza stagionale l’intero pubblico blucerchiato, storicamente abituato a riconoscere in breve tempo i giovani campioni e ad apprezzare coloro che abbinano quantità, sostanza e temperamento al talento.

 

Impostazione, rottura del gioco avversario, pressing a tutto campo, inserimenti senza palla, verticalizzazioni, diga davanti alla difesa, abilità nei contrasti senza tirare mai indietro il piede, mille polmoni, un invidiabile tiro dalla distanza e doti tecniche anche nello stretto. Abbiamo provato a presentare Lucas Torreira a coloro che ancora non lo conoscessero e di conseguenza non abbiano potuto innamorarsene. La Sampdoria se lo coccola, in attesa che i massimi esperti calcistici in giro per il mondo inizino a notarlo…

 

Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net