JOSÉ SOSA, IL PRINCIPITO DELL’ULTIMO PASSAGGIO

Quaranta giorni per perfezionare un acquisto che ha mandato su tutte le furie i tifosi. Tanti ne sono passati, dopo la prima forte accelerata del 7 luglio, prima che il Milan ufficializzasse l’arrivo di José Sosa dal Besiktas. Contratto biennale per il trentunenne trequartista argentino, prelevato a titolo definitivo e costato oltre 7 milioni di euro. Il rapporto età-qualità-prezzo non convince i più, che al limite avrebbero approvato l’operazione a parametro zero, in perfetto  stile Galliani insomma. Però va detto che il giudizio è indubbiamente condizionato dalla precedente esperienza del Principito nel nostro massimo campionato. Era il 30 agosto del 2010 quando il Napoli annunciava l’arrivo dal Bayern Monaco del centrocampista offensivo sudamericano, impiegabile anche come interno. Alle pendici del Vesuvio Sosa avrebbe dovuto trattenersi per 4 anni, ma Walter Mazzarri gli concesse appena 7 partite da titolare in Serie A più 17 spezzoni (al di là delle 7 apparizioni messe a referto tra Europa League e Coppa Italia). Minutaggio totale esiguo - 1003 minuti complessivi - con 5 assist e 1 gol all’attivo (ininfluente, al Cesena): bottino troppo magro per meritarsi la riconferma. Ormai nel pieno della maturità calcistica, oggi però José si sente un calciatore diverso: “Non la vivo come una rivincita personale. Questa è un'opportunità totalmente differente, allora giocavo poco, cosa che mi spinse ad andare via. Questo è un sogno che si avvera, stavo aspettando da tempo di venire qui per vivere realmente la grande emozione di fare parte del Milan. Io sono pronto per giocare. E' stato un mese difficile per le contrattazioni di mercato, però mi sono sempre allenato con la squadra. Non vedo l'ora di conoscere i miei compagni, il mister e lo staff tecnico. Io mi metterò a disposizione da subito, poi vedremo quali saranno le scelte dell’allenatore”. Dichiarazioni entusiastiche, quelle rilasciate al canale tematico rossonero dall’argentino che nella scorsa stagione ha contribuito, in maniera fondamentale, alla vittoria della Super Lig da parte dei bianconeri di Istanbul. Una squadra, il Besiktas, che il giocatore - anche a prescindere dall’interesse del Milan nei suoi confronti - aveva già deciso di lasciare alla luce di quanto recentemente avvenuto in Turchia, tra i vari attentati terroristici e il golpe fallito, con susseguente repressione firmata Erdogan. Parole che avevano fatto storcere pubblicamente il naso allo stato maggiore del Besiktas, che però per lo stesso motivo ha perso anche Mario Gomez, l’altro grande artefice dell’ultimo “scudetto”, il cui trasferimento al Wolfsburg curiosamente si è concretizzato parimenti nella giornata di ieri.



Munito di un buon fisico (183 cm per 79 kg) e di grande intelligenza tattica, oltre che dell’innata capacità di mandare in porta i compagni, José Ernesto Sosa, nato a Carcarañá il 19 giugno del 1985, approda a Milanello forte di un palmarès che annovera 1 Bundesliga, 2 Coppe e 1 Supercoppa di Germania, 1 Coppa di Lega tedesca, 1 Liga, 1 Super Lig e 1 campionato argentino, il Torneo di Apertura vinto nel 2006 con l’Estudiantes, il club nel cui settore giovanile si è formato dopo aver mosso i primi passi nella sua città tra le file dell’Atletico Carcarañá. Nel 2007 il passaggio al Bayern Monaco: avventura da meteora in Baviera (53 presenze e 2 reti) con un ritorno in prestito a La Plata nel gennaio del 2010 per archiviare il triennio teutonico. Della parentesi a Napoli vi abbiamo già parlato; significativi i due anni e mezzo in Ucraina - difendendo i colori del Metalist (19 reti in 86 partite) - valsigli la chiamata di Diego Simeone, che nel gennaio del 2014 lo ha voluto con sé all’Atletico Madrid per 6 mesi, memore anche dell’oro olimpico conquistato da Sosa con l’Argentina a Pechino nel 2008 (al di là dei 19 gettoni raggranellati con la Nazionale maggiore). Mentre il biennio al Besiktas, concluso con 14 gol e 23 assist in 78 partite, ha aperto al Principito (dell'ultimo passaggio, aggiungeremmo) le porte del Milan, che ha deciso di investire su di lui praticamente la metà dell’attuale budget destinato al centrocampo (e che in teoria sarebbe dovuto servire per prendere Bentancur dal Boca Juniors). Sosa ha scelto la maglia numero 23, in onore a Michael Jordan e ad altri grandi dello sport: i più scettici tifosi del Milan si aggrappano tutt’al più alla cabala, a José il compito di smentirli. Con i fatti.

Foto: sito ufficiale Milan