JULIAN ALVAREZ, UN ASSO CONTESO TRA LE BIG EUROPEE
Julian Alvarez è diventato in pochi mesi il miglior calciatore del campionato argentino, un 21enne attaccante del
River Plate che si sta mettendo in mostra sempre più per le sue doti straordinarie. Il suo contratto scade nel dicembre del 2022, motivo per cui in Europa ha una lista infinita di pretendenti, i
Millonarios cercheranno di cederlo nella prossima estate per evitare di perderlo a zero a scadenza, la valutazione attuale è intorno ai 20 milioni di euro.
Parliamo di un talento nato il 31 gennaio del 2000, un centravanti dotato di un destro potente che lo rende pericoloso anche da fuori area e su punizione, controllo palla elegante e doti caratteriali da vero leader. Julian sa fare un po' di tutto: sa stare in area, sa destreggiarsi abilmente anche all'esterno, e sa segnare: sono 23 i centri con i biancorossi in 85 presenze tra le varie competizioni, spicca inoltre il numero degli assist, ben 21. Cresce nelle giovanili del River Plate, l'esordio coi "big" in prima squadra è datato 27 ottobre 2018, in occasione del successo di misura sull'Aldosivi. Alvarez è già parte integrante della Nazionale albiceleste, 14 presenze e due reti con l'Under 21 e subito il passaggio coi grandi di Ct Scaloni, con cui ha vinto la Copa America 2021 nella nota finale contro il Brasile. Il 21enne ha afvuto soltanto una manciata di minuti in campo in un facile 4-1 alla Bolivia, ma intanto si è concesso il lusso di allenarsi con Messi, Di Maria e Lautaro Martinez. E ha potuto imparare trucchi del mestiere ancora sconosciuti. Il commissario tecnico ne ha parlato così in conferenza stampa: "Posso dire che è un ragazzo che teniamo d'occhio dalle giovanili e lo abbiamo convocato perché conosciamo le sue qualità. Sta crescendo tantissimo e ci offre tante soluzioni. In allenamento dà il massimo e vuole sempre migliorare. Se giocherà o meno non dipende dalla sua età, siamo contenti di lui e di come si allena". Quando era giovanissimo il Real Madrid se l'è fatto scappare, "era la prima volta che salivo su un aereo - ha raccontato Alvarez a 'Olé' - L'episodio del Real Madrid è stato un po' loco. Ricordo che sono arrivato, quello stesso giorno mi hanno dato la 10 e mi hanno fatto giocare un'amichevole. Abbiamo vinto e ho segnato alcuni goal. Subito dopo ho pure disputato un torneo, che abbiamo conquistato. Perché non sono rimasto? Il Real poteva tesserarmi solo a partire dai 13 anni, ma tutta la mia famiglia si sarebbe dovuta trasferire".
'Araña', ragno, è il suo soprannome
"perché quando giocava sembrava avesse più di due gambe" a detta del fratello, Alvarez intanto si gode il suo successo in Argentina, ben conscio che presto potrà mostrare il suo talento a 360 gradi vestendo la maglia di una big del vecchio continente. Foto: Twitter personale Alvarez