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Juric: “Senza il calcio forse sarei un professore. Allenare mi stressa, ma giocare non mi manca per niente”

08.10.2016 | 10:37

Ivan Juric, allenatore del Genoa, ha parlato ai microfoni de Il Secolo XIX. Queste le sue dichiarazioni: “Allenare mi stressa, ma mi rende felice, mentre giocare non mi manca per niente. Zero. Con i miei giocatori dobbiamo dirci tutto in faccia, anche le cose brutte. Per poterlo fare prima devono sapere che hai fiducia in loro, gli vuoi bene. È la base. Ed è ciò che mi ha insegnato la vita. Dopo l’ultima gara da calciatore in maglia rossoblù, non ho mai più fatto neanche una partitina. I miei collaboratori vanno, tra amici, ma io no. Quando ho smesso ho avuto un rifiuto totale. Inoltre ho iniziato subito ad allenare. Magari è il nervoso che mi tiene magro, perché non è che stia attento a quel che mangio… Quando vai in campo e sei 11 contro 11, più le panchine, tutte le chiacchiere si annullano ed è la cosa più bella. Lì, chi è più forte in tante situazioni vince, basta. Svaniscono etichette, troppe parole che non portano a niente, provocazioni per fare audience e cose così. Che non mi piacciono, da cui serve estraniarsi. E non mi piace il business del calcio, dove devono mangiare un po’ tutti… Oh, non è che mi lamento, con questo business guadagno una barca di soldi, mi fa stare bene economicamente e mi consente di fare un lavoro bellissimo. Siamo fortunati. Ma non mi piace l’affarismo. Cosa avrei fatto senza calcio? Non saprei. Nella mia famiglia sono tutti laureati, io a scuola andavo bene, magari avrei fatto il professore”.

Foto: pagina ufficiale Genoa