Juve, cosa cambia tatticamente con l’infortunio di Pjaca

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Il responso arrivato ieri mattina sulle condizioni di Marko Pjaca è un durissimo colpo per la Juventus. Gli esami strumentali a cui è stato sottoposto nelle scorse ore l'esterno offensivo croato non lasciano spazio all'immaginazione: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio con interessamento al legamento collaterale e al menisco. Bollettino medico straziante, inevitabile un lunghissimo stop. Il grave infortuno accorso al giovane talento balcanico in occasione dell'amichevole tra Croazia ed Estonia, costringerà inesorabilmente Massimiliano Allegri a cambiare i propri piani per il decisivo finale di stagione. Il tecnico bianconero, infatti, dovrà fare a meno di un importante tassello del reparto avanzato: Pjaca, nonostante non fosse un titolare nello scacchiere tattico juventino, aveva collezionato finora ben 21 presenze stagionali, tra campionato e coppe. Il classe 1995 si era calato abilmente nel ruolo di ricambio eccellente nel 4-2-3-1 che Allegri aveva ricamato alla perfezione sulla pelle della sua nuova Juve. Senza Pjaca, unico vero rincalzo per i quattro tenori d'attacco (Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain), l'allenatore livornese dovrà trovare delle strategie alternative. Una prima soluzione potrebbe essere quella di riproporre Dani Alves come esterno alto nel 4-2-3-1, ruolo che ha già ricoperto nel corso delle ultime uscite stagionali. Senza dimenticare il giovanissimo Kean (classe 2000), attualmente fermo ai box per un piccolo problema alla caviglia, ma che potrebbe rivelarsi una carta importante da giocare in caso di necessità da qui fino a giugno. Occhio anche al possibile cambio modulo, con un ritorno al classico 3-5-2 che prevederebbe l'aggiunta di un centrocampista e il "sacrificio" di almeno uno dei quattro pezzi da novanta del reparto offensivo. Ad Allegri il compito di trovare la giusta alchimia per un finale di stagione che si preannuncia scoppiettante.