JUVE, NIENTE LACRIME
07.06.2015 | 00:14
Quando perdi una finale di Champions, vorresti chiuderti in uno stanzino e scoppiare in lacrime. Perché non sai quando e se ti ricapiterà, perché ti senti a pezzi e ti rimbalzano in testa tutte le immagini, soprattutto quelle che hanno portato alla resa. Quando perdi una finale di Champions, sei piccolo piccolo e ti verrebbe voglia di scappare. Non ci sono motivazioni che ti possano far ritrovare il sorriso. Né credi a chi ti dice “tranquillo, ti rifarai”: sembra quasi una presa in giro. E preferiresti restare da solo.
Ma non può essere sicuramente il caso della Juve che ha da poco lasciato il trono d’Europa al solito, insaziabile, Barcellona. Dopo aver lottato strenuamente, malgrado una partenza che più in salita non avrebbe potuto immaginare, colpita da una bastonata di Rakitic. La stessa bastonata che avrebbe steso dieci mandrie di bisonti e che forse avrebbe ridimensionato definitivamente qualsiasi tipo di progetto tattico.
Niente lacrime, Juve. Adesso torneranno di moda quelli dei ristoranti da “cento euro”. Certo, il gap ancora c’è – su scala europea – ma si sta lentamente ridimensionando. Non ci sono più dieci piani di differenza, ti puoi affacciare e vedere le stelle sopra di te. Quasi a portata di mano, una meraviglia.
Niente lacrime, Juve. Te la sei giocata contro i più forti, hai curato bene quello schiaffo di Rakitic, lo hai restituito con Morata. E quando immaginavi, quasi fremevi, di poter costruire un capolavoro a Berlino hai beccato uno dei pochissimi Messi in campo aperto della serata. E non sei riuscita a fermarlo perché se Leo non segna fa segnare, con Suarez prontissimo a piombare sulla preda e a farne un ideale trofeo da alzare al cielo. Come in effetti poi è stato, con il sigillo di Neymar. Anticamera del pianto di Pirlo (destinato ad accettare l’offerta da New York) e aspettando la decisione di Tevez (le possibilità che vada via ci sono). Comunque memorizzando una cosa: le prime avvisaglie di mercato – Dybala più Khedira – sono la migliore sintesi di una competitività sempre più alta.
Niente lacrime, Juve. Sei arrivata fino in fondo: senza toccare il cielo, ma guardando in faccia le stelle.
Foto: Juventus on Twitter