Kakà, per il Milan è una medicina
Adriano Galliani alla Fiorello. "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano...". Intonarlo al karaoke potrebbe essere un'idea, ma il rischio grosso sarebbe quello di beccare una querela. E un risarcimento danni firmato Antonello Venditti. Ma siccome è una bella e simpatica rincorsa per parlare del possibile ritorno di Kakà al Milan, è giusto spendere qualche riflessione.
Punto principale: Riccardino sa che stavolta deve scappare dal Real Madrid, sarebbe una stagione senza un minimo di visibilità. Mourinho l'ha scaricato da un pezzo, non esiste feeling, si sopportano e sarebbe il caso di defilarsi (reciprocamente) piuttosto che vivere da separati in casa. È chiaro, normale, che il Real vorrebbe monetizzare. Il minimo sindacale: se non venti, almeno una quindicina di milioni. A queste condizioni non se ne parla. Con un prestito e riscatto stabilito, si può pensare di intavolare un discorso. A patto che Kakà scenda dai dieci milioni di ingaggio alla metà: con la partecipazione del Real, rivisitando il contratto, esistono tante strade. Ma sono due passaggi fondamentali.
Chiaro che per perfezionare una trattativa così bisognerebbe aspettare agosto, il mese preferito dal Milan. Quando il gioco si fa meno duro, le pretese calano, i club ricchi diventano più malleabili e tutto può accadere. Magari un doppio affare: Kakà più Lassana Diarra, il mediano che Allegri ha scelto da tempo. E che, sarà pure un indizio, si è messo di traverso rispetto alla corte spietata che gli ha fatto nelle ultime settimane lo Spartak Mosca.
Adesso dovremmo entrare in un tunnel di domande da qui a tutto luglio. Le più attuali: ma siete per i grandi ritorni? Come sta fisicamente Kakà? Come la pensa Allegri? Sarebbe una decisione di pertinenza della società con l'avallo del tecnico, oppure una pagina di romanticismo senza il timbro dell'allenatore? Meglio fermarsi qui, non avrebbe senso continuare. Ha più senso aspettare che si faccia agosto, ovvero che il Real venga preso per sfinimento. E che l'entourage di Riccardino spinga in modo tale da consentire al Milan un'operazione la più indolore possibile dal punto di vista economico. Ci sono i margini.
Un ritorno al passato per archiviare il presente. Kakà è l'antidoto per dimenticare Ibra e Thiago, scomparsi all'improvviso dal lancio della campagna abbonamenti. E finiti nella reggia dello sceicco del Paris Saint Germain.
Kakà per il Milan è una medicina. Chissà quanto adatta per curare le ferite.