Kamada: i lucchetti, le bandiere giapponesi e le certezze di un rinnovo “inventato”

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Ci sembra la storia di Felipe Anderson. Lo avevano mandato alla Juve, si erano dimenticati del Palmeiras, vendendo fumo e nulla più. Il calciomercato non è una scienza esatta, si sbaglia, ma non si devono dare notizie non controllate e non verificate soltanto per giocare a indovinare. Su Kamada eravamo stato chiari: due giorni fa avevamo scritto che la Lazio stava aspettando, ma che la PEC non era ancora arrivata. Prudenza assoluta. Ora potremmo aggiungere: non è arrivata e non arriverà più, semplicemente perché il tempo è scaduto. Hanno messo lucchetti, bandiere giapponesi, emoticon di ogni tipo, reazioni non verificate o controllate per annunciare un rinnovo fantasma. Salvo poi fare una goffa retromarcia nella giornata di ieri spiegando - a modo loro - i motivi che hanno ingarbugliato la situazione. Peccato che lo abbiano fatto dopo aver dato l’accordo ormai per completato. Lotito qualche giorno fa si era espresso così su Kamada: “Mi ha detto di voler rimanere, mi auguro che lo faccia con l’intenzione giusta, deve essere serio”. Evidentemente il ragazzo aveva altre idee, compresa quella emersa nei giorni scorsi e che chiama in causa il Crystal Palace, pista emersa nei giorni scorsi e ora cavalcata da chi aveva mandato il giapponese a un passo dal rinnovo con la Lazio. Tudor spingeva per la conferma di Kamada mentre Guendouzi spinge per andare in presenza di Tudor. Situazione non semplice, anzi. E martedì scorso vi abbiamo spiegato perché. Foto: Twitter Lazio