KLOPP FOR THE KOP, BARLUMI DI SOGNO A LIVERPOOL
08.10.2015 | 10:00
“I soldi non sono la cosa più importante. Però sono importanti. Non sono il Mahatma Gandhi”. Jurgen Klopp ha sempre saputo farsi apprezzare per la sua saggezza e schiettezza, fuori dal campo. Che fosse a Magonza o a Dortmund, cambiavano i fattori ma non il risultato: stima profonda. Potremmo quasi definirlo il “Boskov tedesco” perché ormai anche nel suo caso, a furia di collezionare massime e sentenze, si potrebbe scrivere un appassionante libro. L’anno sabbatico è terminato, il condottiero sta per tornare. I due scudetti, la Coppa di Germania e le 3 Supercoppe nazionali alzate al cielo con il Borussia sono la naturale conseguenza di un carisma e di un modo di intendere il calcio tipico dei più grandi. Eppure di Klopp impressiona più di ogni altra cosa quella calma olimpica, quella semplicità nel fare le cose che – una volta sì e l’altra pure – producono il massimo risultato. Non a caso è arrivato a giocarsi una finale di Champions contro la corazzata Bayern, esprimendo il miglior gioco a livello continentale per almeno tre stagioni di fila. Ma nel suo destino c’era una tappa annunciata, un altarino che non aspettava altro che essere scoperto. “Adesso, sono nel club perfetto nel momento perfetto. In futuro, se il mio inglese dovesse migliorare e qualcuno dovesse chiedermelo, magari andrò in Premier League”, aveva annunciato un paio di anni fa. Un discorso che poi entrò nei dettagli, virando la propria attenzione su una delle tante prestigiose sponde pallonare londinesi: “Sono orgoglioso che alcuni tifosi dell’Arsenal mi vogliano, ma non importa che io sia orgoglioso. Mia madre è orgogliosa. È una sensazione migliore rispetto al non essere conosciuto, ma non mi aiuta al mattino, non mi aiuta alla sera e non mi aiuta nel resto del giorno“. Per la serie: solo lui e forse altri 3-4 personaggi dello sport in tutto il mondo avrebbero potuto commentare in questo modo un’indiscrezione di mercato.
Alla fine la Premier sta per arrivare davvero, e poco male se l’avvoltoio Jurgen ha dovuto aspettare che passasse il cadavere di Brendan Rodgers. I 12 punti conquistati nelle prime otto gare di Premier e – soprattutto – i due pareggi nelle prime due gare nel girone di Europa League contro Bordeaux e Sion rappresentano un bottino ben al di sotto delle aspettative della dirigenza dei Reds, protagonista la scorsa estate di un mercato da nababbi. La decisione di esonerare il tecnico nordirlandese, giunta poche ore dopo il pareggio nel derby contro l’Everton, sarà certamente arrivata con quel retrogusto di ambizione di chi vuole tornare ai massimi livelli il prima possibile. E con la consapevolezza di poter convincere e portare a casa uno dei migliori allenatori in circolazione ancora senza una panchina. Il grande giorno delle celebrazioni dovrebbe essere domani, per la gioia dell’ad del Liverpool Ian Ayre, primattore di una trattativa a cinque stelle condotta a stretto contatto con la dirigenza a Boston. Klopp è pronto a firmare un contratto triennale da 5 milioni di euro a stagione, ma le cifre in questo momento sono forse l’ultimo dei pensieri suoi e dei tifosi. La voglia di rivalsa, la speranza di risollevare un’annata partita male e una squadra fuori dal giro delle big d’Europa ormai da troppo tempo superano tutto il resto. Klopp for the Kop, già si possono sentire le orecchie fischiare al soave richiamo dello “You’ll never walk alone” di Anfield. Lo spettacolo può avere inizio.
Foto: Sito del Borussia