KLOPP, LEZIONI COMPLETE
25.04.2013 | 11:09
Un attaccante che dopo cinque anni diventa difensore, nella Bundesliga tedesca.
Già solo questo dovrebbe farci capire quanto Jürgen Klopp, nato il 16 giugno 1967 e per undici stagioni con il Mainz 05, sia speciale.
Proprio con la sua squadra storica di cui è stato bandiera (325 partite e 52 gol), diventa allenatore ed esordisce nella massima divisione tedesca.
Si fa conoscere subito come amante del gioco offensivo, della cura maniacale dei dettagli, del pressing alto e della profondità. I suo marchi di fabbrica.
Nell’annata 2005-2006 porta il Magonza ad una storica qualificazione in Coppa Uefa e viene eliminato solo dal Siviglia, poi vincitore della manifestazione.
Nel 2008 non riesce a riportare il Mainz, retrocesso la stagione precedente, in Bundesliga ma il suo stile di gioco viene notato da un depresso Borussia Dortmund che sotto la guida di Thomas Doll aveva concluso il precedente campionato al tredicesimo posto e che lo chiama per risollevare i destini dei giallo-neri.
La magia di “Harry Potter”, questo il suo soprannome, sembra subito riportare in vita i magnifici tifosi del Westfalenstadion. Con il suo gioco con tre trequartisti più una punta e la valorizzazione dei giovani ottiene subito il suo primo trofeo, la Supercoppa di Germania, battendo i campioni del Bayern Monaco per 2 a 1 e giungendo sesto.
La stagione successiva si migliora ulteriormente, arrivando quinto e, dopo nove anni dall’ultimo successo, riporta il Borussia Dortmund a sollevare il Deutsche Meisterschale nella stagione 2010 – 2011. La squadra è una macchina da gol ad altissima velocità e con un tasso tecnico da far invidia alle più forti compagini europee. Impressiona la mentalità di tutti i giocatori che, appena persa palla, ripiegano in fase difensiva. Ognuno ha il suo preciso compito, nel Borussia di Klopp, e niente pare lasciato al caso.
Quello stesso anno, si impunta per convincere la sua società ad acquistare Robert Lewandowski e lo piazza al centro del suo attacco come terminale offensivo, accentuando ancora di più le caratteristiche della sua squadra.
Chiedere al Real Madrid e a Mou se è stata una buona scelta.