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KOKE, L’ATLETICO SULLA PELLE

16.03.2022 | 15:00

L’MVP dell’ottavo di finale di ritorno, tra Manchester United e Atletico Madrid è stato, secondo la Uefa. Jorge Resurrección Merodio, o meglio, Koke.

Il centrocampista spagnolo, autentica bandiera dei colchoneros, è stato tra i grandi protagonisti della gara di Old Trafford, decisa poi da un gol di Renan Lodi.

Koke ha l’Atletico nel sangue, colchoneros nel dna, nonostante i tanti tentativi fatti, da diversi club, per strapparlo all’Atletico.

Nato l’8 gennaio del 1992 a Madrid, Koke nasce come trequartista, con un gran tocco di palla e buona velocità, è in grado di giocare su tutto il fronte d’attacco, anche se predilige la posizione centrale. Il giocatore  ha visto il suo valore passare da poco più di un milione di euro, nel 2011, a oltre 40, richiesti dai colchonerson in passato e valutazione che anche oggi viene fatta per il centrocampista. Formatosi nella “cantera” del Rayo Valleccano, sempre un club di Madrid, è stato poi prelevato, in giovanissima età, dall’Atletico Madrid, dove ha esordito (nella squadra B) a soli 16 anni nella stagione 2008-2009.

Nell’annata successiva, il giovane talento debutta con la prima squadra al Camp Nou, nella sconfitta per 5-2 contro il Barcellona, entrando dalla panchina nei minuti finali. Da allora, Koke si è sposato a vita ai colori dell’Atletico Madrid, tanto da superarne, o quasi, ogni record di presenza. Con la gara di ieri sera ad Old Trafford, Koke ha toccato le 600 presenze, tra tutte le competizioni, con l’Atletico.

I gol sono 53, tutti preziosi, decisivi o quasi. Koke ha vinto con l’Atletico 1 Coppa di Spagna e 2 campionati spagnoli, nel 2021 e nel 2014, oltre ad una Supercoppa di Spagna.

Ha vinto anche due Europa League e 3 Supercoppe Europee, partecipando anche alle due finali di Champions, perse contro l’odiato Real Madrid. Con la Nazionale, ha vinto il Campionato Europeo under 21 del 2013.

Con la maggiore ha avuto meno fortuna, collezionando anche 61 presenze, senza segnare nessun gol, ma partecipando a 2 Mondiali, 2014 e 2018 e due Europei, 2016 e 2020.

E’ un giocatore che si è cucito addosso la maglia del suo Atletico, sposando anche l’identità del cholismo, con cui ha percorso tutta la sua carriera in maglia colchoneros. Gli manca chiaramente la grande Champions, sfiorata due volte, ma mai vinta.

E pure i club che lo avevano cercato in passato e avrebbero potuto farlo vincere anche in Europa c’erano stati. Nel 2016 fu vicino al Barcellona, ma il giocatore preferì restare all’Atletico, anche il Real Madrid provò a soffiarlo nel 2018 ai cugini, ma Koke non se la sentì di tradire la sua gente. Anche Chelsea e Bayern Monaco avevano provato a portarlo alla loro corte, così come in Italia, c’erano stati club interessati, prima che il giocatore esplodesse definitivamente e diventasse quasi inaccessibile per tanti club italiani.

Koke ha sposato l’Atletico da ormai 11 anni, diventandone fiero capitano, bandiera e uomo simbolo. Un cuore colchonero per lui, pronto a portare i suoi a battersi contro le super potenze della Liga. E anche in Europa, con tanta fame, grinta, determinazione, questo Atletico, con il suo capitano, possono dare del filo da torcere a tutte.

Battere agli ottavi, il Manchester United di Ronaldo, simbolo del Real, eterno nemico, deve essere stata una soddisfazione enorme, per Koke, l’uomo che ha l’Atletico sulla pelle.