Essere determinanti in un ottavo di finale di Champions League a soli 24 anni, non è una cosa comune. Esserlo nella squadra Campione d’Europa in carica, infarcita di grandissimi giocatori, significa avere le stimmate del fuoriclasse.
Toni Kroos, nato a Greifswald, nel nord-est della Germania il 4 gennaio 1990, ha disputato contro l’Arsenal ieri sera una gara da protagonista assoluto. Schierato come centrale nel terzetto dietro Mandzukic, il golden boy del calcio tedesco ha sciorinato una prestazione maiuscola. Sempre pericoloso nelle conclusioni e nei passaggi smarcanti, ha messo lo zampino sia nell’azione del rigore sbagliato da Alaba, che nella fondamentale rete del vantaggio bavarese. Delizioso il pallonetto a scavalcare la difesa avversaria, che ha posto Robben a tu per tu con Szczesny, nella giocata che ha procurato il rigore, e fenomenale nel depositare in rete con un destro a giro indirizzato all’incrocio dei pali, dal limite dell’area, per lo 0-1 del Bayern.
Tutto per la felicità di Pep Guardiola, uno che i piedi educati li riconosce al primo tocco di palla. Ieri ha scelto proprio Kroos nell’undici di partenza, relegando in panchina grossi calibri come Schweinsteiger e Muller. Sin qui una vera e propria luna di miele al Bayern Monaco, che potrebbe però avere una grossa nuvola nera all’orizzonte: come vi abbiamo riportato nelle scorse settimane, il calciatore tedesco ha un contratto in scadenza 2015, e sta trovando più di qualche difficoltà nel rinnovo.
Sammer, direttore sportivo dei bavaresi ha dichiarato come la dirigenza punti assolutamente su Kroos per il futuro, ma ha anche ammesso che “al momento abbiamo il 50% di possibilità di rinnovo con Toni”, facendo immediatamente drizzare le orecchie ai suoi tanti estimatori, Manchester United, Barcellona e Juventus in testa.
Toni è un calciatore versatile, moderno: nasce come trequartista dietro le punte, ma negli anni ha imparato a svariare anche su tutto il fronte d’attacco, destra o sinistra non fa differenza, può fare la seconda punta o il centrocampista centrale, per impostare il gioco da classico regista.
La sua carriera agli inizi è collegata al padre, allenatore delle giovanili. E’ sotto la sua guida che dà i primi calci nel Greifswald, ed è sempre con lui che si trasferisce all’Hansa Rostock nel 2002.
Viene notato dagli scout del Bayern Monaco, lesti a portarlo in Baviera a 16 anni, nel 2006. Nell’under 19 della storica squadra tedesca, disputa un grande campionato dietro le punte, e già nella stagione 2006/07 viene spesso aggregato alla prima squadra. Ottmar Hitzfeld, il mister di allora, è innamorato di Kroos, tanto che lo fa esordire in Bundesliga il 26 settembre 2007, facendolo diventare il più giovane calciatore della storia del club nella massima serie. Sempre nello stesso anno con la Nazionale tedesca Under 17 arriva terzo ai Mondiali di categoria, vincendo il Pallone d’Oro e la Scarpa d’Argento della competizione.
Da allora, una carriera in ascesa: tra febbraio 2009 e giugno 2010 va in prestito al Bayer Leverkusen, e diventa il fulcro della squadra: 43 presenze e 10 reti. Il 3 marzo 2010 c’è l’esordio in Nazionale: amichevole di lusso tra Germania e Argentina. Il c.t. Low lo tiene in altissima considerazione, tanto da convocarlo per il Mondiale del Sudafrica a soli 20 anni.
Il resto è storia recente, il ritorno al Bayern Monaco, team con cui è alla quarta stagione consecutiva. Bacheca che si riempie di trofei, su tutti la Champions League, vissuta da spettatore dopo i quarti a causa di uno strappo al polpaccio, che l’ha tenuto a lungo fuori. Vivere la massima competizione europea da protagonista sino alla fine, è l’obiettivo della sua stagione, con un occhio attento ai Mondiali del Brasile, teatro ideale dove mostrare tutto il suo talento e puntare ancora a vincere tutto.