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KRYCHOWIAK MILLE POLMONI, IL PUPILLO DI EMERY

04.07.2016 | 09:15

All’ombra del Sanchez Pizjuan si è chiuso il ciclo tecnico più vincente della storia del Siviglia, quello targato Unai Emery che ha portato in dote ben 3 Europa League consecutive. Impresa che ha consentito di offuscare definitivamente la stella di Juande Ramos, che alla guida della compagine andalusa aveva vinto per due volte di fila l’ex Coppa Uefa pochi anni prima (2006 e 2007). Il 44enne tecnico basco, conscio che molto probabilmente in biancorosso non avrebbe potuto fare di meglio, ha deciso finalmente di spiccare il grande salto, perlomeno dal punto di vista economico, accettando l’invitante offerta del munifico Paris Saint-Germain. Inutile girarci attorno: malgrado l’addio di Ibrahimovic, i campioni di Francia in patria non avrebbero il benché minimo problema a riconfermarsi anche se non sostituissero lo svedese, basterebbe riconsegnare Edinson Cavani al ruolo a lui più congeniale, quello di prima punta. Ad Al-Khelaifi però la Ligue 1 non basta più, Laurent Blanc è stato defenestrato (sanguinosamente, per il club) proprio perché l’ambizione della proprietà qatariota è quella di trionfare in Europa, agguantare la prima Champions della storia del sodalizio parigino. Di qui la scelta Emery e i primi tre colpi di mercato ufficializzati nel weekend: venerdì era stata la volta di Hatem Ben Arfa a parametro zero, ieri è toccato a Thomas Meunier e, soprattutto, a Grzegorz Krychowiak, il mastino polacco espressamente richiesto dal nuovo trainer dei Les Parisiens, come indirettamente ammesso a caldo dallo stesso centrocampista: “E’ una sensazione di grande orgoglio essere qui, torno in Francia per indossare la maglia di un club ambizioso come il Psg. Continuare a lavorare con Emery ha ovviamente influito molto sulla mia scelta. Arrivo a Parigi per vivere emozioni forti e vincere tanti trofei. Questa nuova carriera è molto eccitante”.

Nelle casse del Siviglia sono finiti 26 milioni più 4 di bonus, ennesima plusvalenza pazzesca centrata dai sevillistas che in materia sono delle autorità in senso assoluto: basti pensare ai vari Dani Alves, Kondogbia, Rakitic, Medel, Seydou Keita, Fazio, Bacca e Aleix Vidal. Tutti prelevati a cifre pressoché irrisorie e poi rivenduti a peso d’oro grazie all’incessante lavoro del ds Monchi (parimenti corteggiatissimo dal Psg). Senza dimenticare le cessioni a cinque stelle degli ex canterani Sergio Ramos, Jesus Navas e Alberto Moreno. Ad ogni modo, Emery voleva riabbracciare il suo pupillo Krycho sotto la Tour Eiffel ed è stato accontentato senza batter ciglio. Proprio sul ventiseienne mediano, protagonista fino a qualche giorno fa con la sua Polonia e Euro 2016, accendiamo i fari all’interno del nostro approfondimento quotidiano.

Per Gregorz si tratta quindi di un ritorno – dalla porta principale –  nella massima serie transalpina, dal momento che tutta la sua carriera da professionista, eccezion fatta per l’ultimo biennio, si è sviluppata proprio in terra d’oltralpe. Krycho nasce a Gryfice, il 29 gennaio 1990, e dall’età di 12 anni inizia a girovagare nei vivai di Orzeł Mrzeżyno, Żaki 94 Kołobrzeg, Stal Szczecin e Arka Gdynia, salvo poi trovare la propria dimensione nel Bordeaux, dove completa la formazione giovanile nel biennio 2006-08. I girondini però non ci credono, gli concedono appena 2 apparizioni in quattro anni e per il resto lo mandano in prestito, prima al Reims (due promozioni di fila, dal National alla Ligue 1 ) e poi al Nantes in Ligue 2, finché nell’estate del 2012 lo stesso Reims lo riaccoglie a titolo definitivo, permettendogli di imporsi tra i migliori specialisti in fase d’interdizione del massimo campionato. Nel 2014 il Siviglia lo mette sotto contratto per 4,5 milioni di euro e Krychowiak alla corte di Emery si consacra definitivamente, togliendosi anche il gusto di andare a segno nella vittoriosa finale di Europa League contro il Dnipro, giocatasi nel 2015 a Varsavia, capitale della sua Polonia. In totale sono 225 le gare ufficiali disputate dallo specialista dell’Est, con 15 reti e 9 assist all’attivo. Avuto riguardo alla Nazionale, invece, lo score aggiornato di Gregorz parla di 2 gol in 39 presenze, l’ultima nel quarto di finale degli Europei – storia dello scorso 30 giugno – che ha visto imporsi ai rigori un Portogallo sin qui baciato dalla dea bendata. In Francia lo avevano soprannominato Le Plombier (l’idraulico) o Le Bûcheron (il taglialegna), per via della sua propensione a fare il classico lavoro sporco in mediana, con l’animus pugnandi di chi non esce dal campo senza aver lottato fino all’ultima goccia di sudore. Adesso a beneficiare della sua esplosività fisica (186 cm per 85 kg) sarà il nuovo Psg, che gli ha fatto sottoscrivere un quinquennale valido fino al 30 giugno del 2021. Per la gioia di Unai Emery, che tanto ha spinto per avere nuovamente a disposizione il suo fedelissimo Gregorz Krychowiak.

Foto: Twitter Psg