KWADWO ASAMOAH, MERITATA PRIMA PAGINA

“Felice per il gol di Asamoah? Sì, perché lo dico sempre che calcia meglio di destro. A parte gli scherzi, sono contento per lui perché è un giocatore di grande sostanza, poco da prima pagina, ma che ogni allenatore vorrebbe in squadra. Dal suo arrivo sta continuando a migliorare molto, e sono orgoglioso di averlo”, parola di Antonio Conte, al termine della gara vinta per 1-0 dalla sua Juventus contro la Fiorentina.



Asamoah si merita finalmente una copertina, per quella magnifica realizzazione arrivata al 42’ del primo tempo,che  ha steso la Fiorentina nel match che più di tutti ha lanciato la Juventus verso il tris tricolore, a +14 sulla Roma, che dovrà recuperare una gara, a undici giornate dal termine.

Una grande rete, che è andata a sbloccare una partita che stava diventando complicata, un guizzo, un inserimento in area, un dribbling su Cuadrado, finta su Aquilani, e gran tiro di destro, che, complice una deviazione di Pizarro, si insacca imprendibile alle spalle di Neto. Una rete fuori dall’ordinario, se non altro per il piede di realizzazione: “E’ tanto che il mister mi dice di provare ad entrare anche con il destro, sono felice davvero, anche perché è il primo gol che siglo con quello che non è il mio piede naturale”, spiega Asamoah.



Ha trovato una nuova dimensione tattica nella Juventus da esterno sinistro nel 3-5-2, lui che nell’Udinese era solito giocare come uno dei tre interni nella zona nevralgica del campo. Come si è potuto osservare durante la gara contro la Fiorentina, tatticamente svolge un ruolo molto importante, grazie al pressing e al dinamismo, oltre che all’intelligenza nei movimenti: se Pogba si allarga sulla sinistra, lui si inserisce al suo posto, e viceversa. Alto 1,78, fisicamente compatto e atleticamente esplosivo è diventato da subito una pedina inamovibile dello scacchiere di Conte, sta macinando prestazioni sempre più di primo livello, e nelle ultime settimane ha preso coraggio anche in fase realizzativa, tenta maggiormente le fughe personali, i dribbling, i tiri dalla distanza e i risultati si vedono. Una delle caratteristiche che più colpisce del ghanese è infatti proprio la capacità di migliorarsi costantemente.

Ma la strada per raggiungere la Juventus non è stata per nulla semplice. Kwadwo Asamoah nasce ad Accra, Ghana, il 9 dicembre 1988. Gli esordi sono nel suo paese natale, dapprima al Kaaseman, poi al Liberty Professionals. E’ nel 2008 che arriva il trasferimento in Europa, anche se dalla porta di servizio: ad acquistarlo è il Bellinzona. La squadra elvetica milita però in Serie B, e per la regola sugli extracomunitari, è costretta a darlo in prestito. Il Torino è più lesto di tutti e chiude per un prestito con diritto di riscatto a 3 milioni. Con il senno di poi, un affare con i fiocchi. Ma il Toro manca proprio nel valutare il calciatore, tanto che nei sei mesi in granata non lo farà mai esordire, convocandolo una sola volta. Non esercita il riscatto, e sul calciatore si fionda l’Udinese.



Prestito da 1 milione di euro e diritto di riscatto a favore dei bianconeri. Classici sei mesi di apprendistato ad Udine, in cui tutti gli stranieri che arrivano in Friuli si adattano al campionato italiano, e a gennaio l’esordio. Bastano sette giorni per trovare la maglia da titolare nel centrocampo a tre di Marino. 114 presenze e 8 reti in quattro campionati, poi la cessione alla Juventus, luglio 2012, 9 milioni di euro per la metà. E diventa titolarissimo, uomo di fiducia di Conte, sinora 52 gettoni e 5 realizzazioni in campionato. Indispensabile, come dimostra il rinnovo di contratto siglato appena pochi giorni fa.

In Nazionale conta 58 partite e 4 reti. Asamoah, poche parole, molti fatti.