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LA GUMINA SHOW, IL PALERMO HA GIÀ IN CASA UNA FRECCIA IN PIÙ

31.03.2016 | 09:30

Possono esistere favole senza lieto fine? Considerando l’esito dell’annuale edizione del Torneo di Viareggio, la risposta probabilmente è sì, guardando il tutto dalla prospettiva di Antonino La Gumina. La 68ª Coppa Carnevale, quest’anno conclusasi…dopo le festività pasquali, è finita nella bacheca della Juventus allenata da Fabio Grosso, impostasi per 3-2 nella finale disputatasi ieri allo stadio dei Pini (nono successo per il club bianconero, agganciato il Milan in vetta all’albo d’oro), con alcune decisioni arbitrali contestate dalla società siciliana.

Ma a rubare occhi e scena in Versilia è stato soprattutto l’attaccante del Palermo, premiato come Golden Boy (miglior giocatore della competizione) nonché capocannoniere con ben 9 reti siglate nelle sette partite disputate: 2 ai gabonesi del Mounana, doppiette anche all’Inter e – appunto – alla Juve, 1 gol all’attivo contro Genoa, Entella e Feyenoord: numeri strepitosi per Nino, l’ultimo prospetto pronto a saltare dal trampolino rappresentato dallo storico appuntamento giovanile a livello Primavera. La Gumina a Viareggio era andato da fuori quota, per fare la differenza, ed ha svolto appieno il suo dovere, confermando quanto di buono era già emerso sul suo conto. La scorsa stagione nelle varie competizioni era andato a segno 21 volte in 27 apparizioni, festeggiando anche l’esordio assoluto in Serie A concessogli da Beppe Iachini il 4 aprile del 2015: uno spezzone da due minuti in occasione della sconfitta interna contro il Milan. Quest’anno il gioiellino della Trinacria si è addirittura superato: 23 gol in 22 presenze sin qui, alla media di oltre uno a partita, e altri 8 minuti nella massima serie, raggranellati lo scorso 27 settembre nella sfortunata trasferta di Torino subentrando a Trajkovski.  

Ma è tutta la storia del nostro personaggio del giorno ad intrigare non poco: Antonino nasce a Palermo il 6 marzo del 1996, ma cresce e vive a Capaci, il piccolo comune alle porte del capoluogo reso tristemente celebre dalla strage di mafia del 23 maggio 1992, nella quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il piccolo Nino si accosta al mondo del calcio sgambettando per la squadra del suo paese, ma non riesce a legare con l’allenatore Tarantino e così nel 2006, all’età di 10 anni, entra nel vivaio del Palermo, iniziando a percorrere la trafila dai Pulcini. Dopodiché, a tarpargli parzialmente le ali, ci si mette la sindrome di Osgood-Schlatter che ne blocca la crescita, tant’è che La Gumina fino ai tempi dei Giovanissimi supera di poco i 160 cm di altezza, 163 per la precisione. I tecnici della cantera rosanero gli cuciono addosso il ruolo di trequartista, per poi spostarlo sugli esterni all’atto del passaggio nella categoria Allievi. Poi il problema viene debellato, il ragazzo arriva a toccare quota 184 centimetri e così la sua carriera può svilupparsi in attacco, il resto lo fa l’innato senso del gol che gli consente di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto.

Il futuro? La scorsa estate il Palermo gli ha fatto firmare il primo contratto da professionista, scadenza 30 giugno 2019. Anche per allentare il forcing del Braga, quotato club portoghese che si era messo sulle sue tracce, come svelato nei giorni scorsi dall’agente che ha attribuito a Dario Baccin, responsabile del settore giovanile rosanero, il merito della permanenza del suo assistito all’ombra del Monte Pellegrino. Ad ogni modo, Nino La Gumina è un calciatore con la testa sulle spalle, lo si evince anche dal tenore delle dichiarazioni rese al sito ufficiale della società di Zamparini dopo la beffa di ieri: “Il calcio è questo, abbiamo fatto una grande partita e ora pensiamo solo al campionato. Ci diamo un 9,5-10 perché abbiamo messo in difficoltà una squadra come la Juventus, ma purtroppo il calcio è così“. Adesso c’è quindi da pensare al presente: il nuovo sogno si chiama Scudetto Primavera, con la formazione di Giovanni Bosi che ora più che mai viene inserita tra le candidate alla vittoria finale. Sempre ammesso che Walter Novellino non abbia bisogno di Nino per il rush finale, con una missione salvezza che va facendosi sempre più complicata. Con sole 28 reti segnate Vazquez e compagni “vantano” il penultimo attacco del campionato, soltanto Verona e Udinese hanno fatto peggio. E il magic moment di La Gumina, chissà, potrebbe proseguire anche in prima squadra: fossimo nel tecnico di Montemarano, un pensierino al nuovo oro di Palermo lo faremmo. Tra una pasta con le sarde e un panino con le panelle…  

 

Foto: Twitter ufficiale Palermo