La Juve di Sarri e l’insidioso esame Inter: il derby d’Italia torna ad accendere la Serie A
08.03.2020 | 10:00
Ancora poche ore e, dopo una settimana ricca di polemiche, andrà in scena l’attesissimo derby d’Italia. La Juventus, dopo il divorzio con Massimiliano Allegri, durante la scorsa estate ha deciso di dare una vera e propria svolta affidando la guida tecnica a Maurizio Sarri. Finora i fatti e i risultati sono più o meno in linea con le aspettative: i bianconeri sono in piena corsa per lo scudetto e hanno più di un piede in finale di Coppa Italia, ma in Champions League c’è da ribaltare l’inaspettata sconfitta per 1-0 rimediata in casa dell’Olympique Lione nell’andata degli ottavi di finale. Ovviamente bisogna tenere in considerazione che si tratta della prima stagione di Sarri, inoltre, gli infortuni e gli acciacchi non hanno aiutato l’ex allenatore di Napoli e Chelsea. A destare più di qualche dubbio, come ammesso dallo stesso tecnico, è però la poca continuità sul piano del rendimento. Le poche brillanti prestazioni, proprio un girone fa a San Siro contro l’Inter arrivarono dei segnali confortanti, lasciano spesso spazio a prove opache e con un ritmo di gioco a dir poco basso in particolar modo in mezzo al campo.
Sarri ha ammesso di aver incontrato delle difficoltà nell’inculcare i suoi dettami nella testa di alcuni calciatori. Probabilmente, come noto, questa squadra è poco adatta per il sistema e per il calcio che aveva inizialmente in mente Maurizio. In questo caso, le responsabilità vanno spalmate: la società, probabilmente, si è mossa sul mercato non rispettando del tutto le idee del nuovo progetto tecnico. Ramsey è stato preso quando in panchina c’era ancora Allegri, Rabiot era fermo da circa sei mesi per i problemi incontrati al Psg e, a parte Higuain, manca un altro centravanti di ruolo in organico. Modulo? Dall’iniziale 4-3-3 si è passati al 4-3-1-2 con un rombo che convince solo in parte e con il delicato ruolo del trequartista che, sin qui, ha chiamato in causa Bentancur, Ramsey, Dybala, Bernardeschi e Douglas Costa con riscontri non sempre positivi. Le esclusioni dalla lista Champions prima e le inevitabili cessioni poi di Emre Can e Mandzukic hanno, inutile nasconderlo, sicuramente inciso anche sull’umore dello spogliatoio. Cristiano Ronaldo, invece, resta perennemente il punto di forza. Il fuoriclasse portoghese, capace di rialzarsi dopo un avvio di stagione non proprio esaltante, va a segno ormai da undici partite di fila in Serie A.
La Juve, tra alti e bassi, stenta e fa ancora fatica a trovare una sua identità di gioco. A volte il palleggio risulta lento e sterile, ma tutto ciò era prevedibile ed è comunque comprensibile tenendo conto anche del livello di questo campionato. Lazio e Inter hanno palesemente alzato il tasso qualitativo e soprattutto la competitività del torneo nei piani alti e, i difetti di questa Juve, vengono a galla anche per merito degli avversari. Ora per Sarri c’è da affrontare l’insidioso esame Inter, squadra che sin dall’inizio, con l’avvento dell’ex Antonio Conte, ha messo in chiaro che per i bianconeri non sarebbe stata un’annata facile e a senso unico come accaduto nelle ultime stagioni. La Juve, dunque, ha il dovere di scacciare via le critiche sfoderando un’autentica prova di forza. In uno Stadium vuoto e con un’atmosfera inedita, il derby d’Italia torna ad accendere la Serie A con una sfida scudetto che rievoca ricordi ed emozioni.
Luigi D’Ambrosio
Foto: Juventus Twitter