La Lazio e le discese (cadute) libere degli “espertoni” vittime della… Champions
23.05.2023 | 23:50
Le discese libere degli ex “espertoni” di sci che ora si occupano (?) di calcio molto spesso si tramutano in cadute libere. Ora sono vittime della… Champions conquistata dalla Lazio, un funerale calcistico dietro l’altro mascherato da un sorriso forzato. Come se gli specialisti mediatici che si occupano della Roma, fossero delusi dalla conquista di un altro trofeo, lì non accade. Qui sì, incredibilmente vero. All’interno di un contenitore dove si può conoscere in tempo reale il prezzo aggiornato di buonissima mortadella e olio pregiato, abbiamo ascoltato recentemente anche questa perla: “La Lazio oggi perderebbe con chiunque, anche contro i dilettanti”. La fonte è la stessa di chi aveva ritenuto Maurizio Sarri il peggior allenatore nella storia della Lazio. La fonte è la stessa di chi, poche settimane fa, quando la Lazio vinceva, era salito sul carro. E magari adesso ci risalirà, piangendo ma senza farsi scoprire, dopo la vittoria di Udine che ha certificato la partecipazione alla prossima Champions. Se ci fosse stato equilibrio, parola grossa, si sarebbe fatto riferimento ai problemi di organico, a un calo inevitabile, ci sarebbe stata più attenzione prima di rilasciare dichiarazioni senza senso. Ma è evidente la rabbia di chi ha sperato che la Lazio finisse dal quinto posto in giù, l’intento era quello di creare pressione al comando di un plotoncino di “orfanelli”. Quarant’anni fa ci pensava la Gialappa’s Band. Stavolta il conto è salato e va presentato ai vari gattoni, salmoni e din-don-dan che spargono veleno privatamente, magari aggiungendo pesanti illazioni senza avere il coraggio di scriverlo o dirlo. Il classico modo di parlare dietro, sempre e a prescindere, non accettando una sentenza che si è materializzata e che può addirittura portare alla conferma del secondo posto. L’aspetto più folle consiste nel fatto che non si riconosca il lavoro di una persona che ci ha messo tutto, riconsegnando alla Lazio l’ingresso in Champions e non ci sembra che sia un’abitudine. Chi non riconosce il lavoro è lo stesso che fatica a portare avanti il suo tra mezze idee, zero notizie, mille nomi di mercato al mese, calo delle vendite certificato e tutto il resto. Morale: prima di disconoscere il grande lavoro degli altri, sarebbe bene migliorare (e non di poco) quello dentro la propria parrocchia. Poi, forse, si potrà avere il permesso e l’autorevolezza per parlare degli altri, ma soltanto dopo aver saltato quei paletti oggi invalicabili.
Foto: Instagram Lazio