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LA LUNGA AVVENTURA IN ITALIA, L’ESPLOSIONE IN SERBIA E ORA LA CINA: BOAKYE ALLA CORTE DI SUNING

01.03.2018 | 09:30

“Suning alla fine ha cambiato idea, succede di frequente”: queste le parole proferite, storia di tre giorni fa, dal coordinatore tecnico Walter Sabatini per giustificare il dietrofront rispetto a quella che sembrava ormai un’operazione sul punto di essere definita, il riferimento è all’affare che avrebbe dovuto portare Alex Teixeira dal Jiangsu al Corinthians. Niente ritorno in patria, dunque, per l’esterno offensivo brasiliano ex Shakhtar Donetsk. In tanti hanno comprensibilmente interpretato le dichiarazioni di Sabatini, se non come l’esplosione di un petardo in chiesa, quantomeno come una stoccata bella e buona alla proprietà comune, che a gennaio – ovviamente sponda Inter – non ha avallato la chiusura dell’affaire Pastore, figlio calcistico di Walter che aveva ottimamente imbastito l’operazione con il Psg unitamente ad Ausilio. Mister Suning sembra però intenzionato a fare sul serio in vista dell’estate, non a caso il ds Piero per Lautaro Martinez è andato direttamente in Argentina, senza dimenticare la vicenda che chiama in causa il parametro zero deluxe Stefan De Vrij. Restando in Cina, è di ieri la notizia che il Jiangsu, nell’ultimo giorno della sua sessione di mercato, ha definito l’acquisto di Richmond Boakye. Sì, proprio lui: l’ex “italiano”, che dunque continuerà il suo girovagare per il mondo facendo tappa anche nel profondo Oriente. Fondamentale in tal senso si è rivelata l’esperienza in Serbia, tra le file della blasonata Stella Rossa: 39 gol in 48 presenze nell’arco di un anno e cocci. Numeri che lo hanno consacrato a livello internazionale, al punto da meritarsi in pianta stabile la maglia del suo Ghana e, soprattutto, da attirare le munifiche sirene facenti capo a Zhang Jindong, che in patria riconosce agli elementi più rappresentativi della sua squadra ingaggi notevolmente più corposi rispetto agli standard interisti. Contratto fino al 31 dicembre del 2020 per il simpatico Richmond, venuto alla luce ad Accra il 28 gennaio del 1993. I primi anni della formazione trascorsi tra Bechem e D.C. United, squadra della Capitale ghanese con la quale nel 2008 viene in Italia per il torneo giovanile “Giulietta e Romeo”, nel quale ammalia gli scout del Genoa che non ci pensano due volte e lo portano in Liguria. Con la Primavera del Grifone Boakye vince 1 scudetto, 1 Coppa Italia e 2 Supercoppe di categoria, riuscendo nel frattempo ad esordire in prima squadra, in occasione del match contro il Livorno del 3 aprile 2010. Un debutto da predestinato: Gian Piero Gasperini lo lancia nel primo tempo, in sostituzione dell’infortunato Suazo, e il rampante attaccante africano dopo una mezzoretta segna il suo primo gol in Serie A, su assist di Mesto. La sua rete non servirà a portare a casa i 3 punti, ci penserà poi Ciccio Tavano a pareggiare, ma da qual momento in poi il nome di Boakye entra di diritto nelle cronache pallonare. Due anni al Sassuolo in prestito (68 presenze e 23 gol, 11 importantissimi nella stagione della storica promozione), ma il cartellino nel frattempo è diventato per metà della Juventus, che nel 2012 lo acquista in comproprietà (non gli farà mai indossare il bianconero in gare ufficiali) e poi – di concerto con il club di Preziosi – continua a mandarlo in giro tra Spagna (Elche, 7 reti in 32 partite) e Atalanta, che al termine dell’annata lo acquisisce a titolo definitivo anche alla luce dei 7 gol messi a referto in 27 apparizioni. Ma su Richmond, come già la Juve, alla fine non punta nemmeno il club di Percassi che prima lo spedisce in Olanda, al Roda, e poi lo cede definitivamente al Latina. Con i pontini il centravanti oggi 25enne non riesce a fare la differenza in Serie B (appena 4 centri in 33 gare), ma all’improvviso, nel gennaio del 2017, si concretizza la svolta Stella Rossa, che inizialmente lo prende in prestito con diritto di riscatto e poi lo mette definitivamente sotto contratto dopo il fallimento del sodalizio laziale. Delle faville a Belgrado con la Crvena Zvezda abbiamo già parlato, ora per questo prestante (186 cm per 77 kg) attaccante l’opportunità cinese da capitalizzare, nel senso letterale del termine, subito e anche in prospettiva. Uno come lui, che il vizio del gol ha sempre dimostrato di averlo nel dna, in un campionato come la CSL di reti può segnarne in quantità. E le società cinesi sono solite fare ponti d’oro, via via sempre più solidi, ai calciatori più in vista del torneo. A Richmond il compito di non far rimpiangere Roger Martinez, volato a gennaio al Villarreal, nei cuori dei tifosi del Jiangsu.