LA LUNGA AVVENTURA IN ITALIA, L’ESPLOSIONE IN SERBIA E ORA LA CINA: BOAKYE ALLA CORTE DI SUNING
“Suning alla fine ha cambiato idea, succede di frequente”: queste le parole proferite, storia di tre giorni fa, dal coordinatore tecnico
Walter Sabatini per giustificare il dietrofront rispetto a quella che sembrava ormai un'operazione sul punto di essere definita, il riferimento è all’affare che avrebbe dovuto portare
Alex Teixeira dal
Jiangsu al
Corinthians. Niente ritorno in patria, dunque, per l’esterno offensivo brasiliano ex
Shakhtar Donetsk. In tanti hanno comprensibilmente interpretato le dichiarazioni di
Sabatini, se non come l’esplosione di un petardo in chiesa, quantomeno come una stoccata bella e buona alla proprietà comune, che a gennaio - ovviamente sponda
Inter - non ha avallato la chiusura dell’a
ffaire Pastore, figlio calcistico di
Walter che aveva ottimamente imbastito l’operazione con il
Psg unitamente ad
Ausilio. Mister
Suning sembra però intenzionato a fare sul serio in vista dell'estate, non a caso il
ds Piero per
Lautaro Martinez è andato direttamente in Argentina, senza dimenticare la vicenda che chiama in causa il parametro zero
deluxe Stefan De Vrij. Restando in Cina, è di ieri la notizia che il
Jiangsu, nell’ultimo giorno della sua sessione di mercato, ha definito l’acquisto di
Richmond Boakye. Sì, proprio lui: l'ex “italiano”, che dunque continuerà il suo girovagare per il mondo facendo tappa anche nel profondo Oriente. Fondamentale in tal senso si è rivelata l'esperienza in
Serbia, tra le file della blasonata
Stella Rossa: 39 gol in 48 presenze nell'arco di un anno e cocci. Numeri che lo hanno consacrato a livello internazionale, al punto da meritarsi in pianta stabile la maglia del suo
Ghana e, soprattutto, da attirare le munifiche sirene facenti capo a
Zhang Jindong, che in patria riconosce agli elementi più rappresentativi della sua squadra ingaggi notevolmente più corposi rispetto agli standard interisti. Contratto fino al 31 dicembre del 2020 per il simpatico
Richmond, venuto alla luce ad
Accra il 28 gennaio del 1993. I primi anni della formazione trascorsi tra
Bechem e
D.C. United, squadra della Capitale ghanese con la quale nel 2008 viene in Italia per il torneo giovanile "Giulietta e Romeo", nel quale ammalia gli scout del
Genoa che non ci pensano due volte e lo portano in Liguria. Con la Primavera del
Grifone Boakye vince 1 scudetto, 1 Coppa Italia e 2 Supercoppe di categoria, riuscendo nel frattempo ad esordire in prima squadra, in occasione del match contro il
Livorno del 3 aprile 2010. Un debutto da predestinato:
Gian Piero Gasperini lo lancia nel primo tempo, in sostituzione dell’infortunato
Suazo, e il rampante attaccante africano dopo una mezzoretta segna il suo primo gol in
Serie A, su assist di
Mesto. La sua rete non servirà a portare a casa i 3 punti, ci penserà poi
Ciccio Tavano a pareggiare, ma da qual momento in poi il nome di
Boakye entra di diritto nelle cronache pallonare. Due anni al
Sassuolo in prestito (68 presenze e 23 gol, 11 importantissimi nella stagione della storica promozione), ma il cartellino nel frattempo è diventato per metà della
Juventus, che nel 2012 lo acquista in comproprietà (non gli farà mai indossare il bianconero in gare ufficiali) e poi - di concerto con il club di
Preziosi - continua a mandarlo in giro tra
Spagna (
Elche, 7 reti in 32 partite) e
Atalanta, che al termine dell’annata lo acquisisce a titolo definitivo anche alla luce dei 7 gol messi a referto in 27 apparizioni. Ma su Richmond, come già la Juve, alla fine non punta nemmeno il club di Percassi che prima lo spedisce in
Olanda, al
Roda, e poi lo cede definitivamente al
Latina. Con i pontini il centravanti oggi 25enne non riesce a fare la differenza in Serie B (appena 4 centri in 33 gare), ma all’improvviso, nel gennaio del 2017, si concretizza la svolta
Stella Rossa, che inizialmente lo prende in prestito con diritto di riscatto e poi lo mette definitivamente sotto contratto dopo il fallimento del sodalizio laziale. Delle faville a Belgrado con la
Crvena Zvezda abbiamo già parlato, ora per questo prestante (186 cm per 77 kg) attaccante l’opportunità cinese da
capitalizzare, nel senso letterale del termine, subito e anche in prospettiva. Uno come lui, che il vizio del gol ha sempre dimostrato di averlo nel dna, in un campionato come la CSL di reti può segnarne in quantità. E le società cinesi sono solite fare ponti d’oro, via via sempre più solidi, ai calciatori più in vista del torneo. A
Richmond il compito di non far rimpiangere
Roger Martinez, volato a gennaio al
Villarreal, nei cuori dei tifosi del
Jiangsu.