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LA PRIMA DI HONDA

08.04.2014 | 09:30

Keisuke Honda, finalmente decisivo. Considerato il gol di Marco Motta (in collaborazione con Abbiati), che aveva rianimato la fiammella del Genoa, il tocco sotto a scavalcare Perin del trequartista giapponese si è infatti rivelato fondamentale ai fini del successo del Milan a Marassi. La sua prima, pregevole, rete in campionato (in Coppa Italia aveva fatto centro con lo Spezia) è valsa agli uomini di Seedorf la terza vittoria consecutiva: una sorta di miraggio, oltre che un unicum, in quest’annata da cancellare sotto ogni fronte. Tre punti che tengono vive le speranze rossonere di agguantare la zona Europa League, al momento distante 5 punti e chiusa da Inter e Parma a quota 50. Proprio i cugini costituiscono l’obiettivo nel mirino, neanche troppo recondito, dal momento che il derby di ritorno si giocherà in casa Milan. Tra le due meneghine, però, ci sono altre tre squadre (Lazio, Atalanta e Verona) per un totale di sette compagini, Torino incluso, che sprinteranno in volata per aggiudicarsi le ultime due caselle disponibili, dando già per qualificata la Fiorentina.

E Clarence confida anche nel motore Honda, che sta pian piano aumentando i giri. Iniezione integrale ma anche di fiducia per il fantasista asiatico, sbarcato in Italia a gennaio a coronamento di un inseguimento lungo un anno. Una trattativa fiume tra missioni, rilanci, prese di posizione e niet del CSKA Mosca, che su questo sito vi raccontammo, a far data dal 9 gennaio 2013, con dovizia di particolari sempre sulla scorta dello stesso convincimento, ossia che Keisuke aveva da tempo scelto il Milan, restava soltanto da capire quando si sarebbe perfezionata l’operazione. E alla fine il matrimonio si è consumato a gennaio, a parametro zero: la presentazione in pompa magna, quella maglia numero dieci che il ventisettenne nipponico sognava sin da bambino, come ebbe a svelare il giorno del debutto in conferenza.

Ma anche le prime critiche, spietate, da parte di tanti detrattori che non aspettavano altro: inadeguato, lento, addirittura bidone, il nuovo Yaganisawa (ex Messina e Samp), il semplice frutto di una mera operazione commerciale come evidenziato dal logo creato ad hoc. Senza considerare che tanti professionisti più conclamati già in passato avevano pagato inizialmente dazio. Sincronizzarsi sui tempi della serie A non è facile, specie per chi aveva sperimentato altri mondi calcistici: Giappone, Olanda, Russia, livelli diversi sotto tutti gli aspetti. Eppure all’interno dei nostri confini in tanti ragionano così: sentenze subitanee, nessuna attenuante. Sulla falsariga di quanto accaduto con Fernando Llorente ad inizio stagione. Senza andare così “lontano” possiamo anche pensare agli strali di cui è stato vittima lo stesso Seedorf: fino a qualche settimana fa uno sprovveduto lanciatosi a mo’ di kamikaze, dovesse vincerne altre due di fila ne sentiremmo parlare come il nuovo Guardiola.

Chiariamoci, Honda non è un fuoriclasse, ma neppure un brocco. In passato ha dimostrato le sue qualità, starà allo staff tecnico trovargli la giusta collocazione in campo, dettagli non di poco conto: largo a destra per rientrare sul sinistro oppure al centro, come suggerito dal suo Ct Alberto Zaccheroni. La sensazione è che in questo Diavolo, in fase di ricostruzione, Keisuke possa giocarsi le sue carte, apportando un contributo negli ultimi 30 metri. Sicuramente le panchine riservategli dall’allenatore olandese son servite ad alleviare la pressione, perché a chiunque serve un periodo di ambientamento, basta pazientare prima di giudicare. Qualora poi – a medio o lungo termine – i riscontri del campo fossero negativi, Barbara Berlusconi, Galliani o chi per loro si troverebbero ad esultare per una cospicua plusvalenza.

Passando brevemente in rassegna le tappe più significative della sua carriera, Keisuke nasce a Settsu, alle porte di Osaka, il 13 giugno del 1986 e inizia a rincorrere il pallone proprio nella formazione locale per poi approdare, nel 1999, nelle giovanili del Gamba Osaka, step intermedio prima della Seiryō High School. A partire dal 2005 il diciottenne Honda respira il calcio vero: 105 apparizioni e 13 reti con la maglia del Nagoya Grampus, trampolino di lancio verso l’Europa: nel gennaio del 2008 firma per il Venlo, formazione di Eredivisie cui non riesce ad evitare il declassamento ma che riporta subito nella massima serie l’anno successivo, entrando per 16 volte nel tabellino dei marcatori. Altri 6 mesi con il VVV e poi l’aereo per Mosca, sponda CSKA. L’ex club dell’esercito scuce 6 milioni per il suo cartellino e, dopo avergli fatto siglare un accordo quadriennale, ne annuncia l’acquisto. Nella città del Cremlino il mancino giapponese esibisce il suo repertorio fatto di dribbling, accelerazioni, finte, assist a ripetizione e parabole mortifere per i portieri avversari. Anche grazie al suo estro i moscoviti vincono una Prem’er Liga, conquistando inoltre due Coppe di Russia e una Supercoppa nazionale. L’esperienza nella Capitale si chiude con 28 gol realizzati (5 dei quali nelle Coppe europee) nelle 127 partite disputate, oltre a 31 passaggi vincenti.

Legatosi al Milan fino al 30 giugno 2017, nel prossimo futuro del talento orientale – oltre alla rincorsa all’Europa League – c’è il Mondiale con la sua Nazionale, nella quale conta 53 presenze e 21 reti. Zac lo aspetta carico e motivato, la kermesse brasiliana dovrebbe rappresentare il suo ultimo atto nella terra del Sushi e il tecnico romagnolo, che con Keisuke ha levato al cielo la Coppa d’Asia nel 2011, vuole chiudere stupendo.